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Flop per le aziende italiane. Bilancio magrissimo per le imprese che ambivano a ritagliarsi una fetta consistente dei fondi europei 2018/20 finalizzati alla promozione e all’informazione sul mercato interno e sui Paesi terzi approvati nell’ambito del regolamento Ue 1144/2014, al secondo anno di applicazione. Solo 3 programmi italiani su 52 hanno ottenuto un co-finanziamento comunitario di 3 milioni complessivi. Francia e Spagna si sono assicurati circa la metà dei 115 milioni in palio. Il regolamento prevede tassi di co-finanziamento europei varianti fra il 70 e l’80% dell’investimento.
Per Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, le scelte operate sono inaccettabili. «La Commissione – esordisce – chiarisca la propria decisione di ridurre drasticamente gli importi assegnati ai progetti italiani per la promozione dei prodotti agroalimentari sul mercato interno e dei Paesi terzi. Aver attribuito all’Italia un decimo dell’importo dato alla Francia e circa un ottavo alla Spagna fa capire quanto la esasperante burocrazia di Bruxelles venga utilizzata per dare vantaggi solo ai Paesi che mettono propri uomini nei posti più rilevanti delle istituzioni comunitarie e non a Paesi come l’Italia che scelgono invece spesso commissari irriconoscenti verso il proprio Paese e che sembrano vergognarsi persino di essere italiani».
Poi il presidente Scordamaglia lancia un appello: «Confidiamo in un intervento deciso del Parlamento europeo che già in passato è intervenuto a difesa e tutela del vero spirito europeo e dei nostri prodotti agroalimentari».
Forse le imprese tricolori, pur facendo parte del Paese con il maggior numero di Denominazioni, hanno presentato progetti inadeguati? «Mi sentirei di escluderlo – risponde sicuro Scordamaglia –. Tuttavia sarebbe opportuno che l’Italia presentasse soltanto progetti realmente condivisi nell’intera filiera».
In dettaglio, i tre beneficiari italiani sono il Distretto agroalimentare di qualità della Valtellina con il progetto triennale Ita da realizzarsi tra Germania, Francia e Italia per un investimento di 1,24 milioni e un co-finanziamento di 871mila euro; il Consorzio di tutela del formaggio Piave Dop con un programma triennale,tra Austria, Italia e Germania, per un investimento di 1,37 milioni e un co-finanziamento di poco più di 900mila euro; infine il programma su promozione e informazione denominato Mocazc, proposto da Mortadella Bio, da realizzare in 3 anni in Giappone per un investimento di 1,5 milioni e un finanziamento robusto: 1,2 milioni.
Tra i primi esclusi degli italiani ci sono il Consorzio Mela Alto Adige con un programma triennale del valore di 3,5 milioni; poi il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato con un progetto di circa 800mila euro e il Consorzio Apo Sicilia con un programma d’investimento di 750mila euro.
I vincitori di questo bando Ue sono Francia e Spagna: i transalpini si aggiudicano 16 programmi per oltre 31 milioni e gli spagnoli 9 programmi per circa 25 milioni.
Anche i Paesi con meno tradizioni culinarie come Lituania e Grecia si sono aggiudicati finanziamenti rotondi, rispettivamente per 4 e 7,5 milioni.
Tra i 129 programmi esclusi spiccano nomi eccellenti di italiani come Unaprol, Consorzio del Prosecco Valdobbiadene Docg, Consorzio del Prosecco Doc, Consorzio mortadella Bologna e Pecorino Toscano Dop.
«Questi fondi sono importanti – conferma Ettore Zanoli, direttore agenzia Italia Sopexa – perché migliorano la competitività dell’agricoltura europea sia nel mercato interno che nei Paesi terzi. Ma la selezione è accurata e viene realizzata da valutatori esterni sulla base di una griglia predefinita. Per questo è vitale che le imprese non commettano errori; meglio, si affidino a degli esperti. In Sopexa siamo arrivati all’approvazione di una decina di programmi proposti da organizzazioni di quattro Paesi diversi».