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Arrivano i microprestiti istantanei per le PMI

Finanza e Pagamenti

18 Giugno 2020

American Express

Microprestiti alle PMI più ricchi e finanziamenti con garanzia statale più veloci con l’autocertificazione. Il Decreto Liquidità (DL 23/20) definitivamente convertito in legge dal Senato, inietta liquidità alle piccole imprese ampliando la possibilità dei prestiti “istantanei”, con garanzia dello Stato al 100%, che arrivano a 30mila euro con condizioni di restituzione su 10 anni. Accanto a questi prestiti, la cui strada documentale dovrebbe essere in discesa, esistono anche i prestiti erogati da SACE (Società per Azione di Cassa Depositi e Prestiti) con regole e paletti diversi e con semplificazioni nella burocrazia. Ma non sempre sono rose e fiori.
 
 
Il Decreto Liquidità, dunque, per sostenere le imprese nella fase della ripresa, aveva originariamente previsto una corsia preferenziale di accesso al credito per un importo fino a 25mila euro con restituzione a 6 anni. In questi casi, le imprese avrebbero dovuto chiamare le banche e nel giro di pochissimi giorni avrebbero visto i soldi accreditati sul conto. La realtà, purtroppo, ha fatto registrare intoppi burocratici e lungaggini tanto da far intervenire nuovamente il Legislatore tentando di snellire le procedure. Un’indagine di Confprofessioni tra i giovani dottori commercialisti ha evidenziato che i soldi sono arrivati con il contagocce e anche l’Associazione Bancaria Italiana, non ha fatto mistero delle difficoltà del processo. Difficoltà che, con le modifiche introdotte al Decreto Liquidità, dovrebbero essere ridotte.
 
 
Microprestiti da 30 mila euro e restituzioni in 10 anni. Intanto per i microprestiti è stato ampliato il plafond che può essere richiesto, con corsia agevolata, fino a 30mila euro. Tutto ruota intorno al Fondo PMI la cui struttura e portata, sono state ridisegnate dal Decreto Liquidità.
 
 
Ma procediamo con ordine. Per i microprestiti l’accesso è gratuito e automatico al Fondo. Possono richiederlo non solo le PMI, ma anche le persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni, nonché le associazioni professionali, le società tra professionisti, agenti, subagenti di assicurazione e broker. L’importo del finanziamento, come detto, può arrivare fino a 30mila euro. La durata del rimborso è su dieci anni ed è stato rideterminato il tasso di interesse da applicare, la restituzione del rimborso avviene dopo 24 mesi. Inoltre, è possibile per chi avesse già richiesto il finanziamento nella prima versione della legge, e quindi fino a 25mila euro, di poter vedere riesaminata la domanda con i nuovi importi. Una quota delle risorse del fondo, per un importo di 100 milioni di euro, è destinata per un supporto alle imprese del terzo settore (anche enti religiosi), esercenti attività di impresa commerciale, anche se non in via prioritaria. È bene ricordare che l’accesso a questo canale di liquidità non impedisce la richiesta di ulteriori finanziamenti.
 
 
Fondo PMI. L’accesso al Fondo è a titolo gratuito, l’importo massimo garantito è stato elevato fino a 5 milioni di euro per singola impresa, possono essere ammesse PMI ma, anche le imprese Midcap (fino a 499 dipendenti). L’ammissione all’intervento in garanzia, è possibile anche per operazioni di rinegoziazione del debito, purché il nuovo finanziamento preveda l’erogazione di credito aggiuntivo in misura pari ad almeno il 10% del debito residuo. Per i finanziamenti, con rinegoziazione che saranno deliberati dopo l’entrata in vigore della legge, il credito aggiuntivo dovrà essere almeno del 25% rispetto al debito residuo. La garanzia è prolungata in automatico nell’ipotesi di sospensione del pagamento delle rate di ammortamento o della quota capitale per l’emergenza sanitaria. È stata eliminata, inoltre, la commissione per il mancato perfezionamento delle operazioni di finanziamento garantite. Infine, elemento da non trascurare, nel settore turistico alberghiero e termale, è possibile cumulare la garanzia del Fondo con le altre forme di garanzia.
 
 
Finanziamenti con l’autocertificazione. Una strada parallela al Fondo PMI è quella offerta da SACE che è in campo con una disponibilità finanziaria da 200 miliardi, di cui 30 miliardi riservati alle PMI. Possono beneficiare delle garanzie della SACE le imprese di qualsiasi dimensione, ma per le PMI l’accesso è subordinato al fatto che in via prioritaria abbiano utilizzato prima l’accesso al fondo di garanzia per le PMI. Alle garanzie possono accedere anche le imprese che si occupano di cessione crediti, ma sono escluse le società che controllano direttamente o indirettamente una società residente in un Paese o in un territorio non cooperativo a fini fiscali, o che sono controllate direttamente o indirettamente, da una società residente in un Paese o un territorio non cooperativo a fini fiscali. La garanzia è rilasciata entro il 31 dicembre 2020, per finanziamenti di durata non superiore a 6 anni, con la possibilità di avvalersi di un preammortamento fino a 36 mesi, anziché 24 mesi, come previsto dal testo originario, prima della modifica della Camera dei deputati. Per usufruire della garanzia SACE, c’è una condizione da rispettare: l’impegno a non approvare la distribuzione di dividendi o il riacquisto di azioni nel corso del 2020. Qualora le suddette imprese abbiano già distribuito dividendi o riacquistato azioni al momento della richiesta di finanziamento, l’impegno a non distribuire dividendi viene assunto dall’impresa per i 12 mesi successivi al momento della richiesta. La richiesta documentale è stata semplificata con la presentazione di una autocertificazione. Ora bisogna vedere come risponderanno alle nuove indicazioni le banche sul territorio.
 
 
Moratoria PMI. Misura un po’ in sordina, ma che è grande protagonista di questo periodo per volumi di richieste. In cosa consiste? Il decreto Cura Italia ha previsto la possibilità, per PMI, partite Iva, professionisti e ditte individuali, di chiedere la sospensione dei pagamenti di prestiti in essere con il mondo creditizio. Uno stock stimato, dal ministero dell’economia, di circa 220 miliardi di euro. Fino al 30 settembre 2020 sono congelate le linee di credito in conto corrente, i finanziamenti per anticipi su titoli di credito, scadenze di prestiti a breve e rate di prestiti e canoni in scadenza. L’impresa, al momento dell’inoltro della comunicazione, deve essere in bonis, vale a dire non avere posizioni debitorie classificate come esposizioni deteriorate, ripartite nelle categorie sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate. In particolare, non deve avere rate scadute (ossia non pagate o pagate solo parzialmente) da più di 90 giorni.
 
 
La comunicazione può essere inviata da parte dell’impresa anche via PEC. Le banche possono, inoltre, offrire ulteriori forme di moratoria, ad esempio quelle previste dall’apposito accordo tra l’ABI e le rappresentanze di impresa, ampliato e rafforzato il 6 marzo scorso. Nella comunicazione l’impresa deve tra l’altro auto-dichiarare una serie di informazioni: il finanziamento per cui si chiede la moratoria, l’aver subito la carenza di liquidità, certificare di rientrare nella qualifica di microimpresa.

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