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I fondi di investimento europeo a lungo termine, nati per finanziare le imprese, hanno raccolto, in Italia, 1,83 miliardi di euro. Per favorire l’accesso agli investitori privati, la Commissione Europea sta lavorando su alcune importanti novità. Ecco di cosa si tratta
Rilanciare le piccole e medie imprese, il tessuto connettivo di buona parte dei paesi dell’Unione europea e protagoniste della transizione verde e digitale: è questo lo scopo del nuovo Regolamento Eltif (acronimo di European long term investment fund, letteralmente “fondo di investimento europeo a lungo termine”) in fase di definizione a Bruxelles su proposta del Consiglio dell’Unione Europea. L’obiettivo è ambizioso: renderlo maggiormente accessibile agli investitori privati eliminando alcune “barriere” all’ingresso e vincoli nella composizione del portafoglio.
In particolare, le modifiche proposte prevedono da un lato l’ampliamento delle attività ammesse, grazie anche a norme più flessibili in materia di composizione del portafoglio. Dall’altro, propongono l’eliminazione della soglia minima di investimento iniziale pari a 10.000 euro e di quella aggregata massima del 10% per gli investitori con portafogli inferiori a 500 mila euro.
Al momento, le modifiche sono solo alla fase di studio. E si attende ancora il risultato del processo di legislazione, che porterà poi alla versione definitiva del testo.
Cosa sono gli Eltif
Sono fondi di natura chiusa istituiti a livello comunitario nel 2015 e recepiti dall’ordinamento italiano nel 2018. Puntano a incentivare l’investimento di lungo termine in attività dell’economia reale. Solo in Italia sono state raccolte masse complessive pari a 1,83 miliardi di euro. A fronte di un mercato che, in questi primi anni di collocamento, è riuscito a convogliare verso le piccole società non quotate, un totale di 7,5 miliardi di euro.
A cura di OFNetwork