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Auto elettriche e ibride: la strada per l’elettrificazione passa anche per la performance

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10 Giugno 2019

American Express

Si parla sempre più di elettrificazione: il prossimo futuro infatti vedrà sulle strade sempre più veicoli totalmente elettrici che non avranno più necessità di carburanti fossili per poter procedere con la marcia. Per perfezionare la tecnologia che si cela dentro le vetture full-electric, le case automobilistiche stanno sperimentando da svariati decenni.
L’entusiasmo che ruota attorno al mondo dell’elettrico si è ingrandito a tal punto da spingere alla creazione di un nuovo campionato motoristico: la Formula E, un campionato in cui si sfidano monoposto molto simili a quelle della F1 ma spinte totalmente dalla propulsione di un motore elettrico e governato da regole moderne e al passo con i tempi.
 
Se il futuro è rappresentato dall’elettrico, il presente si incarna nelle auto ibride. La prima vettura ibrida della storia è stata Toyota Prius e fece il suo debutto nel lontano 1999. Da allora, le auto ibride si sono evolute molto velocemente e la questione “ibrido” ha acquisito tantissime sfaccettature differenti.
 
Le vetture ibride hanno – come tutto ciò che ci circonda – dei pro e dei contro: costano parecchio (ancora oggi) ma tutto sommato – se utilizzate nel modo corretto – aiutano a risparmiare tantissimo sul costo del carburante. Insomma, strizzano l’occhio al risparmio ma anche all’ambiente.
 
Con l’aumento delle conoscenze e delle sperimentazioni tecnologiche, l’ibrido ha fatto – non molto tempo fa – il suo debutto nel motorsport: nel campionato di Formula 1.
 
Ibrido: Dalla strada alla formula 1 e ritorno
 
Il gran premio di Formula 1 di Montecarlo si è concluso con la grande e sudatissima vittoria di Lewis Hamilton, uno dei piloti più forti e amati degli ultimi decenni. Forse i meno esperti non sanno che le monoposto del team Mercedes AMG Petronas così come quelle degli altri piloti, nascondo sotto la scocca in fibra di carbonio un sistema di propulsione ibrido: esse infatti sono auto con motore termico ma con un “aiuto” fornito anche dal motore elettrico alimentato a batterie agli ioni di litio.
 
Ma facciamo un passo indietro. Nel 2014 il mondo delle monoposto è stato totalmente stravolto dall’introduzione del sistema ibrido: grazie a tale sistema – oggi – le vetture di Formula 1 sono alimentate sia da carburante fossile sia dall’energia elettrica.
Il sistema ibrido delle monoposto però è decisamente diverso da quello delle vetture stradali.
 
Ibrido stradale vs Ibrido racing
 
L’ibrido stradale, che tecnicamente viene chiamato single hybrid, è una tecnologia capace di trasformare una semplice frenata in energia elettrica. Con la Formula 1 invece le cose si complicano un pochino. Le monoposto infatti sono dotate di sistema dual-hybrid.
Oltre a sfruttare la frenata infatti, “il doppio ibrido” è in grado di trasformare i gas di scarico in ulteriore energia (che normalmente verrebbe sprecata). Tutta l’energia elettrica creata dalla frenata e dai gas di scarico viene raccolta e immagazzinata all’interno della batteria che potrà in seguito erogare la potenza necessaria “on demand”, laddove il pilota necessiti di più potenza. Stiamo parlando indicativamente di 80 cavalli per poco più di 6 secondi.
Come ogni nuova introduzione tecnologica nella Formula 1, anche quella dell’ibrido non è stata accolta molto calorosamente. La controversa infatti ruota attorno al peso delle batterie e al costo che questa tecnologia necessita per essere perfezionata.
 
L’ibrido torna sulle strade a favore della performance
 
Insomma, dalla strada alla pista per poi ritornare in strada, il passo è davvero breve. Già, perché i team di F1 hanno la capacità di sviluppare e testare in condizioni estreme ciò che realizzano nei propri laboratori. È solo grazie al duro lavoro che la tecnologia dual-hybrid ora viene considerata pronta per fare il suo debutto sulle auto stradali (si tratta di un vero e proprio ritorno in grande stile).
 
La tecnologia dual-hybrdi però verrà sviluppata esclusivamente per supercar e hypercar tra cui troviamo Ferrari La Ferrari, Porsche 918, Aston Martin Valkyrie, Infiniti Project Black S o ancora la McLaren P1. Niente auto di produzione di massa.
 
Uno tra i pionieri del dual hybrid è proprio il brand Infiniti che – insieme a Reanult F1 team – è riuscita a portare la tecnologia sviluppata nella Formula 1 in una delle delle sue supercar in prossima uscita: Infiniti Project Black S.
 
Tecnologia “circolare”
 
Come l’economia circolare, anche la tecnologia diventa circolare, passa di settore in settore per poi ritornare alle origini dopo essere stata perfezionata. Passa da ingegnere a ingegnere fino ad essere migliorata e poi, perché no, usufruita da tutti quanti, per tutelare l’ambiente, per favorire il risparmio ma anche per puro e adrenalinico divertimento.

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