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Cellulari ricondizionati. Fanno bene al bilancio familiare (e all’ambiente)

Gadget&Hi-tech

23 Gennaio 2023

American Express

Lo smartphone può avere una seconda vita: prima di rimetterlo in vendita sono riparati tutti i difetti interni ed esterni ed è coperto da una garanzia, di 6 mesi o un anno, obbligatoria per legge. L’unica differenza è nel prezzo calmierato. Una qualità allettante: l’Unione Europea sta preparando un nuovo regolamento che potrebbe sconvolgere il mercato dei telefoni e dei tablet

Entro il 2024 il mercato dei cellulari ricondizionati varrà non meno di 65 miliardi ed entro il 2027 dovrebbe crescere del 10.23%. Lo studio di mercato è stato effettuato da CertiDeal, sito specializzato nella vendita di prodotti high tech ricondizionati. Swappie, e-commerce che si occupa della compravendita di smartphone usati e ricondizionati, dichiara una comunità di un milione di persone in tutta Europa. Nell’anno della sua fondazione, il 2016, solo il 5% degli utenti di smartphone sceglieva device di seconda mano.

Telefoni ricondizionati ed ecosostenibili

Se da una parte sempre più Italiani decidono di acquistare un telefonino usato, anche se rimesso completamente a nuovo, per risparmiare, soltanto un consumatore su tre è disposto a pagare un prezzo superiore per acquistare uno smartphone più sostenibile in termini ambientali.

Ogni device produce 17,2 chili di Co2 all’anno. Se lo si cambia ogni tre anni si scende a 12,1 chili, che diventano 9,5 se teniamo il cellulare per quattro anni. A rivelarlo è lo studio «Reducing the carbon footprint of Ict products through material efficiency strategies: A life cycle analysis of smartphones». Acquistando un dispositivo rigenerato, l’impatto scende a 8,2 chili.

Dati preoccupanti che hanno spinto l’Unione Europea a preparare un nuovo regolamento, che potrebbe sconvolgere il mercato dei telefoni e dei tablet.

L’Unione Europea sta per lanciare un regolamento per realizzare cellulari ecosostenibili

La prima novità che verrà introdotta riguarda una etichetta energetica, molto simile a quella che già esiste per gli elettrodomestici. Indicherà il grado di riparabilità, la classe energetica, la resistenza alla caduta e il grado IPXX di resistenza all’acqua e alla polvere. La bozza del regolamento, “Designing mobile phones and tablets to be sustainable” ha già passato diversi step di approvazione e contiene le linee guida obbligatorie da seguire per realizzare prodotti sostenibili e a basso impatto ambientale. L’effetto del nuovo regolamento europeo e della etichettatura dovrebbe sortire un risparmio di circa il 33% sul consumo di energia primaria. Il rischio è però che l’inevitabile aumento dei prezzi si ripercuota sul consumatore finale, limitando ulteriormente l’offerta.

L’unica soluzione per non svuotare il portafoglio e salvaguardare l’ambiente rimane quella di riciclare i vecchi telefonini. Uno smartphone ricondizionato ha una seconda vita, ma non è assolutamente usato: prima di rimetterlo in vendita sono stati riparati tutti i difetti interni ed esterni ed è coperto da una garanzia, di 6 mesi o un anno, obbligatoria per legge. L’unica differenza è nel prezzo calmierato rispetto a un cellulare nuovo e imballato.

A cura di OFNetwork

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