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Che cosa si dice e si pensa delle criptovalute in Italia

Smart Business

25 Marzo 2021

American Express

A dodici anni dalla creazione delle criptovalute – la prima risale al 2009 –,  ancora oggi vengono continuamente introdotte nel mercato decine e decine di nuove monete digitali ogni mese. Secondo un computo portato a termine lo scorso giugno, durante la prima ondata della pandemia si era arrivati a quota 2.677 criptovalute sul mercato. La più anziana, ma soprattutto la più famosa, è il Bitcoin, che negli ultimi mesi ha avuto una straordinaria impennata nella quotazione e ha anche sfondato per la prima volta il muro dei mille miliardi di dollari di capitalizzazione complessiva. In generale sempre più investitori sono attratti dalle criptovalute, spinti soprattutto da alcuni vantaggi rispetto alle transazioni tradizionali. Gli elementi da considerare sono però tanti, e il quadro generale resta piuttosto complesso.
 
La percezione degli italiani
Un’indagine per valutare il sentiment degli italiani nei confronti delle criptovalute è stata condotta da Finanza Online in collaborazione con T-Voice, una società che si occupa di analizzare le percezioni collettive su una serie di argomenti, nonché di prevederne l’evoluzione futura. Tutto questo attraverso l’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale e analisi predittive che sono in grado di analizzare grandissime quantità di dati.  Il periodo di riferimento dello studio va dal primo gennaio al 17 febbraio di quest’anno, con un campione complessivo di 37mila persone: sono state analizzate attività e comunicazioni sui social network e più in generale sul web.
 
Dallo studio sono emersi alcuni dati piuttosto chiari che evidenziano anzitutto una crescente fiducia nei confronti delle monete digitali: il 43% degli italiani esprime pareri positivi sulle criptovalute e in particolare sul Bitcoin, mentre solo il 13% palesa chiaramente un’idea negativa. Il restante 44% appare invece neutrale, nel senso che non lascia trasparire un’opinione chiara e definitiva sul tema.
 
Vantaggi e svantaggi a bilancio
Che cosa renda affascinanti le criptovalute è sotto gli occhi di tutti: basta pensare all’ascesa del valore di molte di queste ultime, soprattutto dal 2017 in poi, con la possibilità di profitti da investimento che si misurano in centinaia – e a volte persino migliaia – di punti percentuali. Naturalmente, però, non si tratta di fare fortuna in modo rapido e senza rovescio della medaglia: ecco allora quali sono i principali pro e contro che hanno individuato gli investitori.
 
Tra i vantaggi emerge la grande accessibilità e la sicurezza dal punto di vista tecnico-informatico, garantita grazie alle celeberrime e innovative tecniche di crittografia basate sulla blockchain. Inoltre, piace il fatto che siano previste commissioni meno onerose rispetto alle transazioni tradizionali e soprattutto ad affascinare gli investitori è il decentramento, ossia che non ci sia alcuna autorità di coordinamento a vigilare e controllare i flussi di denaro.
 
Sul fronte opposto, il rischio che preoccupa di più è quello della volatilità, che come ben noto deriva dalla disponibilità limitata della moneta stessa: per esempio esistono solamente 21 milioni di Bitcoin e di questi una grandissima parte è già assegnata. Inoltre, trattandosi di una forma di trading da poco presente sul mercato, le informazioni non sono ancora complete, tanto che molte aziende e parecchie piattaforme non ne permettono ancora l’utilizzo nelle compravendite.
 
Insomma, i vantaggi (reali e percepiti) non sono pochi, ma il sentiment degli investitori è piuttosto variabile e altalenante, influenzato pure dalla paura del cambiamento e dall’evoluzione delle quotazioni. Si può dire, volendone ricavare una sintesi, che da un lato le criptovalute possono essere una grande opportunità di guadagno e dall’altro, come un qualsiasi investimento, non sono certo esenti da rischi. A creare perplessità, peraltro, è proprio la stessa assenza di coordinamento centrale: se per un verso è una peculiarità che piace, dall’altro determina la mancanza di una regolamentazione chiara e di garanzie, oltre alla totale dipendenza dagli asset tecnologici.
 
Quali sono le criptovalute
Come già anticipato, le monete elettroniche non sono tutte uguali, alcune sono molto più conosciute e chiacchierate dagli investitori rispetto ad altre. Valutando le conversazioni online e la frequenza delle citazioni, è facile notare come la più citata tra le criptovalute sia il Bitcoin, protagonista assoluto del chiacchiericcio con il 36,18% del totale. Al secondo posto di questa speciale classifica basata sull’analisi di opinione c’è Ethereum (21,41%), quasi a pari merito con Monero (21,04%), seguite ben più sotto da Ripple con il 12%. Infine, va citata Dogecoin, che nelle ultime settimane sta ottenendo una discreta fama e ha raggiunto una popolarità di discussione del 3,28%. Messe insieme, le 5 criptovalute citate corrispondono al 94% circa del totale, relegando le restanti oltre 2.600 criptovalute a poco più del 5% delle conversazioni.
 
Anche a livello di apprezzamento vale qualcosa di simile, con valutazioni degli investitori che variano da caso a caso e con alcune monete digitali valutate in maniera nettamente più positiva di altre. Gli analisti, in particolare, hanno studiato il livello di gradimento grazie al Web Opinion Index, il cui range varia da +100 a -100 e per il quale valori maggiori corrispondono a un più alto gradimento. Il Bitcoin primeggia anche in questa classifica, con un valore di 33,86 punti, seguito da Ripple con 33,26 e Ethereum con 27,91. Soltanto una moneta digitale ha ottenuto un valore negativo: si tratta di Monero, con un punteggio di -9,72 per la pesantezza delle transazioni e perché è considerata meno user friendly rispetto alle altre criptovalute. Pure secondo il Cross-topic analysis il parere degli investitori sul Bitcoin è molto buono: incrociando il livello di percezione generale sulle criptovalute con quello specifico per ciascuna, emerge che il Bitcoin ha raccolto in assoluto il numero più alto di opinioni positive.

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