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Sono i settori più attivi nell’allargamento delle reti – Torna l’interesse su centri commerciali e outlet
Sarà il comparto della ristorazione organizzata e moderna quello più dinamico in termini di nuove aperture in franchising nel corso dell’anno, precedendo il fashion e lo street food. A fine 2018 il numero totale delle inaugurazioni sarà intorno al migliaio con la creazione di circa 10mila nuovi posti di lavoro.
È quanto rivela il «Rapporto Confimprese 2018» che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. Per quanto riguarda il consuntivo 2017, il giro d’affari delle insegne affiliate a Confimprese ha segnato un +3,2% a parità di perimetro e un +5,2% includendo le nuove aperture. Nel primo caso i ricavi hanno raggiunto i 148,5 miliardi che a perimetro allargato diventano 150. Il retail evidenzia un buon livello di maturità manageriale e di sofisticazione gestionale che non ha nulla da invidiare alle realtà dei paesi più avanzati come Usa, Regno Unito, Francia e Germania.
Un’iniezione di fiducia arriva dal parziale miglioramento delle condizioni economiche in Italia. Il clima di fiducia delle famiglie registrato dall’Istat a gennaio rimane in linea con il dato di settembre 2017. I segnali positivi lanciati dal Fmi a Davos sulla crescita dell’1,4% del Pil italiano prevista per quest’anno, sia pure con l’incognita dei risultati delle elezioni di marzo, fanno intravedere una potenziale uscita dal tunnel.
Le catene – evidenzia il report – preferiscono presidiare i centri storici dove le vetrine intercettano l’interesse dei potenziali clienti di passaggio. C’è un ritorno d’interesse per centri commerciali, retail park e outlet dopo anni di flessione. Qui si stanno diffondendo le food hall e le catene di fast e street food. Quest’ultimo, secondo i dati Confimprese, vedrà un centinaio di aperture con quasi 1.500 addetti.
Per quanto riguarda il trend delle inaugurazioni per insegna, su tutti i network svetta Tecnocasa con un piano 2018 che prevede oltre 200 aperture di affiliati, che si aggiungeranno alle 2.161 di oggi. «L’obiettivo è di arrivare a 2.500 agenzie nel 2020 – dice Antonio Pasca, presidente di Tecnocasa Franchising -. Come distribuzione geografica prevediamo 130 agenzie nel Centro-Nord e 75 agenzie nel Sud ed Isole». Sul podio anche Mondadori, che prevede l’apertura di 65 Bookstore, e Cigierre, gruppo friulano della ristorazione con un portfolio di brand tra cui Old Wild West, Wiener Haus, America Graffiti e Romeo.
La top ten evidenzia un’alternanza tra catene dell’abbigliamento e del food. Qui si sta facendo largo Vera Ristorazione, realtà che fa capo a Marco Brunelli patron del Gruppo Finiper, con ben sette marchi tra cui Ristò, La tagliata, Alice (pizzerie) per finire con la cucina asiatica di Odoroki. «Il 2017 ha visto ricavi per 75,5 milioni e per quest’anno il budget è di 82 – racconta Mauro Ornelli, direttore generale di Vera Ristorazione -. Le aperture previste sono 15 anche se il contesto si preannuncia difficile per l’incertezza nel dopo voto». Superato questo scoglio ci si attende una ripresa dei consumi, in particolare nel fuori casa, visto da Ornelli in ripresa sia in termini di numero di scontrini che importi.
Un altro format di ristorazione in crescita è quello dei brew restaurant: birrerie artigianali con servizio di ristorazione. Doppio Malto è un nuovissimo format che si svilupperà con l’apertura di una decina di locali in aggiunta ai dieci del 2017. «Offriamo 15 linee di birra e verrà prodotta in quasi tutti i locali – spiega Giovanni Porcu, fondatore e ad della catena – mentre i menù prevedono cucina alla brace». Steakhouse si gioca soprattutto la carta dell’esperienza in una fabbrica della birra.