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Come la digitalizzazione e le nuove tecnologie possono rimettere in sesto il turismo

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Business Travel

28 Maggio 2021

American Express

Dopo un anno da incubo, lo sviluppo virtuale dell’industria del viaggio può sprigionare energie sconosciute. Appoggiandosi su tre pilastri: il turismo digitale, la valorizzazione del territorio e lo sviluppo dell’e-commerce.


I ristori elargiti dallo Stato in questi mesi di grande crisi hanno frenato la caduta del settore evitandone il crollo, ma la macchina del turismo italiano, dopo un anno da incubo, ha bisogno di una cura molto più radicale per voltare pagina e tornare a correre. Quella che è una delle attività-simbolo del nostro Paese deve ora trovare sostegni solidi sui quali appoggiarsi, per costruire un futuro nel segno del rilancio. A delinearli è un’analisi di Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale Italiano, che indica alcune misure di breve periodo per supportare un business in sofferenza e altre di lungo periodo, più impegnative e finanziariamente pesanti, che possono però trovare linfa vitale nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.


Un’occasione senza precedenti per rilanciare il business più naturale per un Paese come l’Italia, storicamente il paradiso dei viaggiatori e dei turisti.


Ristori e tutele nel breve periodo


Nel breve periodo le misure di ristoro devono puntare a risollevare tutti gli attori del pianeta turismo: dalle compagnie aeree agli agenti di viaggio, dai tour operator alle società, fisiche o online, che gestiscono il business travel. Ci vogliono anche tutele adeguate per i lavoratori, e in questo senso sgravi fiscali per le imprese possono aiutare ad attutire le forti perdite dovute al rallentamento del business turistico, e quindi indirettamente, a mantenere il livello occupazionale.


I tre pilastri sul lungo periodo


A fare la differenza sarà però, secondo Netcomm, lo sviluppo di un’offerta turistica integrata e digitale che dovrà appoggiarsi, nel lungo periodo, su tre pilastri irrinunciabili.


Il primo è l’utilizzo delle tecnologie che mettono al centro la persona, cioè il “turista digitale”; il secondo è la valorizzazione del territorio, in particolare le micro-destinazioni; il terzo è lo sviluppo sistematico della catena del valore che unisce turismo e retail attraverso il canale dell’e-commerce.


Pilastro 1: l’utilizzo delle tecnologie


Imprimere al turismo uno sviluppo in chiave digitale, nel segno delle nuove tecnologie, significa riprogrammare iniziative e processi tipici dell’industria del viaggio, inserendo l’intera esperienza turistica nell’online. L’aspetto fisico e quello digitale devono diventare un tutt’uno, in modo che l’intero “tourist journey” possa svolgersi attraverso piattaforme integrate e interconnesse in cui prenotare il viaggio e trovare l’hotel, comprare il biglietto per il museo e scegliere il ristorante: tutto in un’unica dimensione che passa dai click ai touch alle app. Proprio la dolorosa esperienza della pandemia ha costretto tutti i settori produttivi, compreso quello turistico, a potenziare i suoi canali digitali, che vanno ora sempre più ottimizzati.


Pilastro 2: la valorizzazione del territorio


Il secondo pilastro consiste in un’offerta turistica integrata capace di valorizzare le micro-destinazioni per decongestionare i flussi tradizionali. Le località maggiori e più note del nostro Paese infatti, hanno in passato sofferto eccessivamente le vere e proprie invasioni di turisti, che a volte si sono rivelate dannose per la vivibilità di aree a forte attrattiva. Ci vogliono progetti per dirottare i flussi turistici anche nei borghi, nelle cittadine, nei villaggi, in modo tale da premiare i prodotti artigianali ed enogastronomici locali, aggiungendo valore all’economia territoriale. Naturalmente, perché tale operazione riesca, il sistema dei trasporti va potenziato e modernizzato, in una chiave di sviluppo a 360 gradi.


Pilastro 3: la catena del valore


Se vengono create le condizioni per far crescere il turismo, possono trovare spazio di sviluppo anche gli esercizi commerciali locali e l’e-commerce. È il turismo a creare l’occasione per apprezzare l’artigianato locale, i marchi del made in Italy e le eccellenze territoriali. Tutte realtà che ai flussi turistici possono affidare il loro rilancio post-pandemia. A questo scopo, lo sviluppo della catena del valore, con il sostegno di progetti di digitalizzazione dei negozi fisici, può dare al turista la possibilità di non perdere – una volta terminato il viaggio – la relazione con il vino o la specialità gastronomica scoperta durante il soggiorno nel nostro Paese. E di continuare ad acquistare i prodotti tanto apprezzati in vacanza anche al rientro a casa, magari promuovendo l’esperienza tra amici e parenti tramite il passaparola. Innescando poi un meccanismo che potrebbe dare contemporaneamente una spinta all’industria turistica e al Made in Italy.

Dati e scenari citati nell’articolo sono tratti da Netcomm

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