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Che cos’è la Corporate Digital Responsibility e perché investire in politiche di CDR/ESG è un investimento sul futuro della propria impresa e del mondo.
L’emergenza coronavirus ha dimostrato quanto sia importante per le aziende la digitalizzazione e l’utilizzo di tecnologie sempre più performanti. Contestualmente, ha anche fatto capire che le imprese che utilizzano i dati e la tecnologia in modo “etico” sono più competitive.
Cos’è la Corporate Digital Responsibility
La Corporate Digital Responsibility (CDR) è l’insieme di pratiche e comportamenti che aiutano un’azienda a usare dati e tecnologia in un modo socialmente, economicamente, tecnologicamente e ambientalmente responsabile. In pratica, aiuta a implementare i criteri ESG (Environmental, Social e Governance) nelle aziende che intendono declinare i fattori di sostenibilità anche attraverso la lente del digitale.
I fattori ESG in chiave digitale
I fattori ESG in chiave digitale altro non sono che un arricchimento dei tradizionali fattori ambientale, sociale e di governance che sono lo scheletro di un’azienda sostenibile. Fattori, cioè, che hanno per pilastri il buon governo societario, la gestione degli effetti diretti e indiretti che la propria attività ha sull’ambiente, l’impatto sociale su dipendenti, stakeholder esterni e territorio. Tutto questo si traduce in chiave digitale in:
Italia fanalino di coda dell’Europa
Secondo quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’indice DESI, che monitora la performance digitale complessiva dell’Europa, l’Italia è ancora in ritardo in termini di digitalizzazione e innovazione tecnologica. Siamo al 24° posto fra i 27 Stati membri dell’Unione Europea. Non a caso, i temi del digitale e dell’innovazione permeano il PNRR, con una specifica allocazione di trenta miliardi per l’innovazione del sistema produttivo italiano.
I rischi della trasformazione digitale
La trasformazione digitale, però, porta con sé anche dei rischi: non solo quelli legati a violazioni di dati e attacchi informatici, ma anche, ad esempio, l’esclusione di gruppi sociali svantaggiati o a scarsa digitalizzazione. L’automazione, la robotica e l’intelligenza artificiale, inoltre, potrebbero avere ripercussioni sulla forza lavoro. Per questo è importante fare riferimento alla CDR.
La CDR aiuta a sfruttare i vantaggi della digitalizzazione
Una strategia CDR integrata ai fattori ESG aiuta a sfruttare i vantaggi della digitalizzazione e prevenire le potenziali conseguenze negative. Lo fa andando a scandagliare le implicazioni a livello sociale, economico, tecnologico e ambientale della digitalizzazione a partire dalle infrastrutture IT, dalla gestione dei dati e della privacy della propria forza lavoro.
Ogni impresa è un caso a sé
Implementare una strategia CDR/ESG all’interno della propria impresa significa partire da un’analisi dei processi, delle aree e funzioni aziendali. L’approccio deve tenere conto di dimensioni dell’impresa, settore di riferimento, mercato di competenza e obiettivi prefissati. Bisogna individuare obiettivi di sostenibilità realmente raggiungibili e compatibili con la propria realtà aziendale.
La transizione a un modello di impresa CDR/ESG va poi costantemente monitorata da parte di specifici organi preposti: CDA, comitati, CDR/ESG Officer. In questo modo si riesce a minimizzare e gestire i rischi di impatto negativo sui fattori sostenibilità, anche quelli involontari, e si evitano danni economici-finanziari e di reputazione.
La CDR/ESG secondo American Express
American Express, da parte sua, da anni mette le politiche CDR/ESG al centro della propria azione. Da sempre attivo con lo smart working, dall’inizio della pandemia il Gruppo ha esteso il lavoro da remoto alla totalità dell’azienda. Supporta la crescita dei talenti e promuove una cultura aziendale inclusiva e diversificata. Porta avanti iniziative per aiutare i propri clienti a superare le difficoltà finanziarie causate dalla pandemia. Sostiene il turismo e la cultura ed è in prima linea nell’affrontare le sfide sociali più complesse: più di 42 milioni di dollari in azioni di beneficenza a livello globale nel 2019. Il Gruppo, già a emissioni zero, è alimentato da elettricità rinnovabile al 100% ed è citato nella CDP Climate A List 2019, che riconosce le aziende leader nell’impegno e nella trasparenza rispetto al tema dei cambiamenti climatici.