Approfondimenti e spunti per far crescere il tuo business.
Polizze condivise, servizi integrati, assicurazioni on demand. La sharing economy sta aprendo nuove prospettive di crescita per il settore assicurativo. Complice la nascita di numerose startup in ambito insurtech, si stanno moltiplicando prodotti assicurativi legati all’economia della condivisione. Il che sta spingendo le compagnie tradizionali a trasformare i propri processi aziendali, innovare la comunicazione e ripensare la relazione con il cliente. Che esige oggi grande libertà di scelta, velocità di risposta e un’offerta su misura.
Per capire però quali sono le opportunità per il settore occorre guardare ai nuovi rischi connessi alla condivisione e, in genere, non coperti dalle polizze assicurative tradizionali. L’esempio perfetto è quello del car sharing. La condivisione dell’auto è infatti una realtà ormai diffusa in Italia – nel complesso i servizi come BlablaCar o Car2Go hanno superato il milione di iscritti – e questo comporta una serie di rischi crescenti sia per il guidatore che per il passeggero soprattutto in caso di incidente. Ecco perché, per citare un nome tra i tanti, GetMyCar, la startup fondata da ParkinGo, si è inventata un’assicurazione su misura per chi vuole condividere la propria auto. In breve, il servizio prevede una copertura totale che rimane attiva dall’inizio alla fine del viaggio.
Esempi analoghi si ritrovano nel mercato immobiliare con polizze ad hoc per chi affitta una stanza o la propria casa. Si spiega così la nascita di operatori assicurativi in grado di colmare il gap di servizi legati a questa fetta di sharing economy. È il caso di Lemonade Insurance Company. Una compagnia statunitense che si occupa di tutelare i proprietari contro i danni agli appartamenti o ai condomini messi in affitto. Il modello è semplice: Lemonade chiede ai clienti di indicare un ente di beneficenza al momento dell’acquisto della polizza. I premi di chi sceglie la stessa “buona causa” vengono poi raggruppati in un unico fondo a copertura dei sinistri. A fine anno, i soldi che non sono stati utilizzati, sono devoluti da Lemonade alla causa prescelta da quel gruppo di clienti. Un business etico che sta conquistando milioni di americani. Emblematico anche il caso della californiana Trov. La startup, nata nel 2012, ha ideato una polizza assicurativa on-demand. Tramite app è possibile assicurare qualsiasi bene che si intenda affittare per un breve periodo di tempo. Dallo smartphone al pc fino al motorino passando per stereo e macchina fotografica. Basta un click per gestire la polizza o verificare le condizioni dell’oggetto in questione.
Nonostante abbiano un potenziale disruptive queste startup non sono viste come minacce dalle grandi compagnie assicurative. Anzi, i colossi dell’insurance sembrano aver capito che queste imprese in erba possono diventare alleate fondamentali per esplorare nuovi mercati. Tanto che la maggior parte delle compagnie sta adottando una strategia basata sull’integrazione tra servizi innovativi e tradizionali. Ecco perché grandi nomi, come Allianz o Generali, sottoscrivono sempre. più spesso accordi e investono nelle startup dell’insurtech. Così da garantire una maggiore flessibilità dei propri servizi oltre a poter scoprire soluzioni tecnologiche all’avanguardia.