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Le imprese italiane stanno passando da una struttura del debito quasi esclusivamente basata sul rapporto con le banche alle alternative di finanziamento basate sul mercato, in particolare tramite l’emissione di obbligazioni.
Lo rivela l’analisi sviluppata dal Centro Baffi Carefin dell’Università Bocconi in collaborazione con Equita secondo cui a fine 2017 il ricorso al mercato da parte delle imprese italiane pesava per circa il 13,4% del finanziamento a debito delle imprese non finanziarie. Un dato che oggi è in linea con le maggiori economie europee, come la Germania (13,6%), e che è vicino alla media delle economie dell’Eurozona (15,9%).
Dieci anni fa, al contrario, i titoli obbligazionari pesavano per meno del 6% del debito delle imprese non finanziarie italiane, mentre erano già quasi il doppio nell’area euro (in Germania erano al 9,5% e in Francia al 19,2%). I risultati che emergono dall’analisi delle emissioni obbligazionarie di imprese italiane indicano che tale mercato, in passato ritenuto una fonte di finanziamento residuale, è dunque oggi oggetto di interesse crescente da parte delle società. Questa evidenza denota una maggiore comprensione da parte delle imprese italiane dell’importanza di sviluppare forme di finanziamento alternative e una maggiore considerazione dei rischi dovuti a un eccessivo ricorso al canale bancario.
I risultati dello studio descrivono un mercato in continua evoluzione, sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta di capitale di debito. Dal lato della domanda si percepisce il bisogno di colmare il gap nelle fonti di finanziamento delle imprese derivante dal calo dei prestiti da parte delle banche e la volontà delle stesse imprese di diversificare maggiormente le fonti di finanziamento delle proprie attività. Dal lato dell’offerta invece, la riduzione del credito bancario in risposta ai maggiori requisiti di capitale richiesti alle banche è compensato dalla maggiore presenza di investitori in cerca di rendimenti più alti.
I risultati evidenziano però che la qualità e le dimensioni dell’impresa possono rivelarsi un ostacolo per l’accesso al mercato. Il mercato obbligazionario italiano è prevalentemente concentrato su emissioni che vantano un alto rating, risultando quindi inadeguato per coprire interamente il funding gap delle imprese e la necessità di diversificazione delle fonti di finanziamento. Diventa dunque importante in prospettiva promuovere lo sviluppo di una base di investitori domestici più ampia e forte, in grado di garantire anche alle piccole e medie imprese italiane di accedere a forme di finanziamento basate su alternative di mercato, in modo da trarre vantaggio dalla diversificazione delle proprie fonti di finanziamento.