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Dal Workation al turismo di prossimità. Come cambia il mondo del business travel

Viaggi

21 Gennaio 2022

American Express

Dopo quasi due anni di stop, dicono gli esperti, torna l’esigenza di viaggiare per lavoro. Ma in modo diverso. Da un lato, infatti, le aziende pensano di ridurre le trasferte di lavoro. Dall’altro i dipendenti che si spostano puntano su nuove tendenze bleisure, come quella per coniugare smart working e relax

 

L’ampia diffusione dello smart working, il blocco alle trasferte di lavoro durante la pandemia, l’utilizzo delle nuove tecnologie per le riunioni hanno profondamente ridimensionato nel 2021 il comparto del business travel, spostandolo principalmente su una dimensione digitale e inedita. Negli ultimi mesi, però, il settore è tornato a ripensare ai tradizionali viaggi aziendali, anche all’estero. Secondo alcune recenti indagini, infatti, più della metà delle aziende italiane ha ricominciato a pianificare trasferte nel corso del 2021, optando però principalmente per spostamenti a corto raggio, con destinazioni più facili da raggiungere. Portando così, anche nel mondo del business, il cosiddetto “turismo di prossimità” che ha contraddistinto le ultime vacanze degli italiani, che hanno scelto di riscoprire mete vicine, raggiungibili in poche ore.

 

Una diversa percezione

 

Secondo una recente indagine del colosso statunitense dei media Bloomberg, l’84% delle multinazionali americane, europee ed asiatiche intervistate (in totale 45) pensa di ridurre le spese per le trasferte di lavoro nel post-pandemia. La motivazione è principalmente da riscontrare nell’ampia diffusione delle nuove tecnologie che permettono di effettuare riunioni e incontri anche a distanza. Alcune grandi aziende, ad esempio, iniziano a utilizzare droni e simulazioni 3D per visitare fabbriche e impianti, senza muoversi da casa o dall’ufficio. Tra le altre ragioni vi sono l’intenzione di risparmiare sui costi e una maggiore sensibilità verso le questioni green, che spingono a ridurre le trasferte per diminuire l’impatto ambientale e le emissioni di carbonio. Tra gli intervistati, però, c’è anche chi conferma che si continuerà a viaggiare per lavoro, seppur con volumi ridotti, perché i legami umani e il contatto diretto sono assolutamente necessari per il business.

Gli spostamenti di lavoro restano, però, fondamentali e una graduale ripresa è prevista per i prossimi anni, quando gradualmente si tornerà a cifre vicine a quelle degli anni pre-pandemia. La Global Business Travel Association (la principale organizzazione del settore a livello mondiale) prevede, infatti, che le spese per i viaggi d’affari aziendali aumenteranno del 37% nel 2022 e arriveranno a quota 1,24 trilioni di dollari nel 2024.

 

I nuovi trend dei viaggi bleisure

 

Se la pandemia ha completamente stravolto il settore dei viaggi, a cambiare sono state anche le aspettative di chi viaggia per lavoro. Sono sempre più popolari, infatti, i viaggi “bleisure” che permettono agli ospiti di combinare trasferte di lavoro e momenti dedicati a tempo libero e relax. Approfittando dello smart working, ad esempio, sono diversi gli ospiti degli hotel che scelgono di prolungare il soggiorno. Così, si resta a lavorare nella camera dell’hotel anche dopo aver concluso le riunioni di lavoro per cui il viaggio è stato intrapreso, in modo da poter ritagliare del tempo per sé ad esempio nel weekend, per godere di mostre, eventi e visite.

Tra le tendenze che più si sono sviluppate vi è quindi proprio quella che prende il nome di “workation”, per lavorare da remoto da una località di villeggiatura. Il nome è, infatti, l’unione dei due termini inglesi “work” e “vacation” ed è diventato così di uso comune nella lingua italiana da essere stato inserito anche nell’ultimo dizionario Nuovo Devoto-Oli.

Sulla scia di questo nuovo trend sono nate, in Italia e all’estero, formule di affitto a medio termine, per rilassarsi al mare o in montagna, senza però staccare dal lavoro e consentendo così di ritagliarsi del tempo libero anche durante le trasferte. E anche diverse catene alberghiere hanno pensato a camere per lo smart working, attrezzate con connessione internet veloce e postazioni ad hoc.

 

Proposte di smart working negli hotel

 

La famosa catena alberghiera Best Western propone dal 2020 le SmartWorking Room, camere con postazione di lavoro, connessione wifi e tea&coffee corner oltre a servizi di ricevimento come accoglienza e concierge, ritiro pacchi e consegne e stampa gratuita di 20 fogli. Sono circa settanta gli hotel italiani in cui queste camere sono disponibili e si può scegliere di prenotarle per una notte, cinque o venti giorni.

Punta su una formula day-use, anche Hilton, con il suo format denominato WorkSpaces. Si prenota, quindi, una camera d’hotel da utilizzare solo negli orari di ufficio, senza passarci la notte, come soluzione per organizzare, ad esempio, incontri e riunioni in una città diversa da quella in cui si lavora abitualmente. Sono disponibili camere standard o suite, con bagno privato, Wifi, offerte food&beverage e una scrivania con postazione di lavoro. In Italia questa formula è attiva in hotel come Hilton Lake Como, Venice Molino Stucky e Milan.

Anche la catena StarHotels ha pensato a soluzioni “day-use”. La Smart Working Room è disponibile dalle 9 alle 19 in città come Bergamo, Bologna, Milano, Firenze, Roma, Venezia. E offre: scrivania e poltrona ergonomica, telefono vivavoce, TV 43” o superiore con cavo HDMI, minibar gratuito e light lunch su richiesta.

 

A cura di OFNetwork

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