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Dai droni capaci di ispezionare superfici molto estese in poco tempo ai robot che collaborano con l’uomo per renderne il lavoro più efficiente e sicuro. Sono diverse le soluzioni proposte sul mercato negli ultimi anni dalle startup del mondo dell’automazione.
L’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano ha preso in considerazione 160 nuove imprese tecnologiche a livello globale che operano nell’universo Industria 4.0 (e che hanno ricevuto finanziamenti negli ultimi due anni). Si calcola che al 9% di queste, attive nell’ambito automazione, sia andato il 6% dei 2,6 miliardi di dollari raccolti in tutto il mondo dalle startup dell’Industria 4.0 considerate. «Si tratta di numeri ancora contenuti ma che sono destinati a crescere. L’automazione – spiega Giovanni Miragliotta, direttore dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano – sarà infatti l’ambito su cui si concentrerà la seconda fase di questa rivoluzione tecnologica iniziata con l’analisi dei dati».
Negli Stati Uniti si concentra più della metà delle startup dell’Industria 4.0 prese in considerazione dal Politecnico, con quasi l’80% dei finanziamenti; in Europa, invece, circa il 30% delle startup, con finanziamenti medi più bassi, nell’ordine dei 3 milioni di dollari per ogni azienda. E a livello italiano, per Miragliotta, «sono rarissimi i casi che hanno superato il milione di raccolta».
A caratterizzare diverse startup che operano nell’ambito dell’automazione, tanto all’estero quanto in Italia, è il focus su sistemi di produzione automatizzati, capaci di auto-apprendere e di interagire e adattarsi nel contesto in cui operano. «L’esempio più noto – spiega Miragliotta – sono i robot collaborativi (co-bots), progettati proprio per lavorare a fianco degli operatori».
Nel futuro secondo gli esperti a trainare il settore saranno due categorie di startup: quelle che creano droni capaci di ispezionare ambienti pericolosi o molto estesi come le infrastrutture di trasporto; e quelle che stanno progettando robot di ultima generazione, capaci di aumentare la competitività delle imprese manifatturiere.
È questo per esempio il caso di Springa a Milano, la startup che ha ideato una fresa-robot che facilita la lavorazione del legno, e grazie alla quale ha raccolto un milione di dollari in soli 45 giorni sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter.
Un altro caso di successo è rappresentato da ZetaPunto, sempre a Milano, la startup che ha vinto la prima edizione di Idea, il concorso rivolto a startupper del settore Industria 4.0, organizzato dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Milano. L’impresa, creata da Filippo Zechini nel 2016, è stata premiata per aver ideato una stazione robotizzata che si inserisce negli impianti produttivi delle Pmi e ne facilita il lavoro nelle fasi di confezionamento e imballaggio.
«La nostra stazione non richiede grandi investimenti ed è facile da usare. Due elementi – precisa Zecchini – che stanno facendo presa sulle Pmi finora rimaste ai margini perché non avevano né i fondi né le competenze per introdurre l’automazione in azienda».
A confermare il ruolo centrale delle startup è anche l’ingegner Giacomo Andriola, ideatore del concorso Idea, che precisa: «Le grandi aziende usano macchinari e processi creati su larga scala ma lo stesso non vale per le Pmi, che hanno bisogno di soluzioni ad hoc. Le startup giocano dunque un ruolo fondamentale perché sono i soggetti migliori per soddisfare il bisogno di innovazione di tutte quelle piccole e medie imprese che rappresentano l’ossatura del nostro sistema economico e che quindi non devono rimanere indietro nella corsa verso l’automazione».