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Aperta la call sulle tecnologie dell’informazione: dai big data all’intelligenza artificiale
Il sostegno dell’Unione europea alla ricerca e all’innovazione nell’ambito delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) prevista all’interno del programma Horizon 2020 si arricchisce di un nuovo invito che vale 514 milioni. La call, che sarà aperta fino al 17 aprile 2018 e che è rivolta a imprese e centri di ricerca, è strutturata in 22 tematiche che puntano ad affrontare le sfide della leadership industriale e tecnologica nell’ambito delle Ict.
Possono essere presentati progetti per quanto riguarda le nuove tecnologie di elettronica portatile; Internet del futuro – che comprende anche una nuova generazione multilingue di Internet – tecnologie interattive di intelligenza artificiale; Internet delle cose; tecnologie di contenuto e gestione dell’informazione, ossia Tic per i contenuti digitali e per le industrie culturali e creative; tecnologie abilitanti fondamentali relative alla fotonica; tecnologie 5G; big data e piattaforme wireless avanzate.
Per ottenere i finanziamenti è fondamentale rispettare una serie di regole: prima di tutto possono partecipare le persone giuridiche (imprese, piccole o grandi, enti di ricerca, università, Ong) situate in almeno tre diversi paesi dell’Ue (si veda scheda a fianco). I finanziamenti si basano – salvo sporadiche eccezioni – sul requisito della transnazionalità, ossia un progetto deve avere per obiettivo lo scambio di esperienze, il trasferimento di buone prassi da un’organizzazione all’altra, oppure la cooperazione nella progettazione e nell’attuazione di azioni.
Pertanto, dopo aver valutato positivamente l’opportunità di chiedere una sovvenzione comunitaria, occorre pensare all’individuazione dei partner. Per creare un progetto di successo occorre: elaborare un’idea progettuale originale, innovativa e a valore aggiunto. tenere conto della dimensione europea del progetto ed indicare chiaramente l’obiettivo generale e strategico del progetto, l’eseguibilità e il significato economico dello stesso.
I progetti possono riguardare “azioni di ricerca ed innovazione” – finanziate al 100% dei costi ammissibili – che includono la ricerca di base o applicata, lo sviluppo e l’integrazione tecnologica, test e validazione su di un prototipo in piccola scala in un laboratorio o in ambiente simulato. Oppure “azioni innovative” – e qui il finanziamento copre il 70% dei costi ammissibili – per prodotti, per processi o servizi nuovi, modificati o migliorati. A tal fine le attività possono comprendere prototipazione, testing, dimostrazione, sperimentazione, validazione del prodotto su larga scala e le prime applicazioni commerciali. Una dimostrazione o sperimentazione mira a convalidare la fattibilità tecnica ed economica di una tecnologia, prodotto, processo, servizio o soluzione in un ambiente operativo nuovo o migliorato, industriale o altro, coinvolgendo nel caso, un prototipo o dimostratore su larga scala.
I progetti possono essere presentati esclusivamente mediante procedura telematica sul portale dei partecipanti H2020. I vademecum e le linee guida che sono pubblicate con l’invito contengono tutte le informazioni utili.
Pagamenti digitali in rapida accelerazione: nel 2016 il transato attraverso i digital payment si è attestato a quota 198 miliardi, per un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. Il 2017, secondo le stime dell’Osservatorio Mobile payment & commerce del Politecnico di Milano, sarà caratterizzato da una crescita analoga.
L’“infrastruttura” c’è sempre stata: istituti di credito, imprese ed esercizi commerciali italiani hanno storicamente mostrato grande sensibilità a temi come la diffusione di Atm e Pos. La novità sta nella sempre maggiore propensione dei consumatori ad affidarsi ai nuovi strumenti di pagamento. L’ultimo quadro d’insieme “organico” si riferisce al consuntivo 2016, quando le transazioni digitali si sono attestate a quota 198 miliardi (+11%). La penetrazione sui consumi è del 25%, mentre lo scontrino medio con carta è di 64,5 euro. In totale le transazioni effettuate con carta è stato pari ai 3,07 miliardi di unità. La cattiva notizia è che l’Italia, a quota 43,5 transazioni pro capite, è 25esima in Europa, ben al di sotto della media continentale (104 transazioni pro capite). Quella buona è che siamo in rapida ascesa, con un incremento delle operazioni pro capite anno su anno del 13,8 per cento. «Tra i consumatori in particolare – spiega Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio del Politecnico – si sta facendo strada una consapevolezza diversa. Aumenta la fiducia verso le formule innovative di pagamento, considerate adesso anche più sicure». Proprio di questi temi si sta discutendo in questi giorni a Milano, dove oggi si conclude il Salone dei Pagamenti.
Rispetto alla “torta” complessiva dei pagamenti digitali, i cosiddetti new digital payment nel 2016 valgono una quota del 15 per cento. E crescono del 51% sul 2015. Con un contributo sempre più importante di formule quali e-commerce ed e-payment che rappresentano la componente di maggior valore nei new Digital Payment. L’acquisto di beni e servizi e il pagamento di ricariche, bollette e tasse tramite pc o tablet con carta di credito o tramite wallet crescono del 14%, arrivando a valere 18,7 miliardi.
L’ascesa del contactless
Nel 2016 sono più di 140 milioni le transazioni effettuate in modalità contactless dai possessori di carte e oltre 7 miliardi il transato complessivo. Numeri giustificati da una progressiva crescita dell’infrastruttura – 2 carte su 5 (40 milioni di carte a fine 2016, +100% rispetto al 2015) e un pos su due (un milione a fine 2016, raddoppiati rispetto al 2015) sono contactless – e soprattutto da una maggior consapevolezza dello strumento da parte di consumatori ed esercenti. I numeri dimostrano come il “tap & go” non sia utilizzato solo per i micro pagamenti sotto i 25 euro (per cui non serve inserire il Pin), ma anche per i pagamenti con un ammontare superiore, segno che la possibilità di non inserire la carta nel Pos è reputata più comoda e veloce in qualsiasi circostanza. Lo scontrino medio si aggira infatti poco sotto ai 50 euro, inferiore allo scontrino medio con carta che è circa 63,5 euro. Si stima che i pagamenti contactless entro il 2019 varranno tra i 50 e i 70 miliardi.
Acquisti con smartphone
L’acquisto di prodotti e servizi attraverso il telefono cellulare (mobile payment & commerce), sia attraverso app e mobile site che utilizzando lo smartphone in modalità di pagamento proximity, cresce del 63% e raggiunge i 3,9 miliardi. Questa componente è trainata soprattutto dalla crescita del 63% di chi effettua l’intero processo di acquisto online (mobile remote commerce) che raggiunge i 3,3 miliardi di transato (valeva 2 miliardi nel 2015), pari a circa il 17% del totale transato e-commerce (nel 2015 rappresentava il 12%), con questo tipo di acquisti che fa segnare il proprio picco nei mesi festivi di agosto e dicembre.