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L’86% degli intervistati italiani dichiara di non avere le competenze digitali necessarie alle aziende. E l’87% si sente impreparato anche per affrontare i prossimi cinque anni. Solo il 17%, inoltre, sta seguendo percorsi formativi per colmare il gap. Le richieste di figure altamente formate nel digitale, però, sono in aumento, comprese quelle legate alle più recenti tecnologie, come metaverso, cloud e blockchain
Le aziende di tutto il mondo spingono sulla trasformazione digitale e per i lavoratori si rende necessario avere adeguate digital skill. American Express, ad esempio, sta continuando ad investire su talenti selezionati con le sue Academy, percorsi di sviluppo dedicati, in collaborazione con prestigiosi partner esterni, incentrati su competenze specifiche per il futuro dell’azienda, come appunto quelle digitali.
Nel 2022 sono in aumento le richieste di professionisti specializzati, anche con stipendi più elevati se adeguatamente formati. Ma la strada da percorrere risulta ancora lunga: gli italiani spesso dichiarano di non essere pronti alle nuove esigenze delle imprese.
Cosa sono le digital skill
Con questo termine vengono definite tutte quelle competenze tecnologiche necessarie per saper utilizzare al meglio dispositivi digitali e applicazioni o per ottenere informazioni online. Si va quindi da conoscenze basilari come il saper utilizzare il computer e i principali programmi a quelle più avanzate, ad esempio per poter usare determinati software sul posto di lavoro.
Professionisti e competenze: cosa cercano le imprese
Nel prossimo quinquennio, le previsioni indicano che le imprese cercheranno personale con competenze digitali di base per un numero compreso tra 2 e 2,1 milioni di lavoratori. Risulta, inoltre, già in aumento la richiesta di professioni altamente specializzate. Per la prima volta, infatti, dal 2021 sono entrati nella classifica delle dieci figure più ricercate (secondo l’Osservatorio sul mercato del lavoro di InfoJobs) anche quelle legate a Informatica, IT e Telecomunicazioni e Ingegneria.
Secondo i dati raccolti dalla piattaforma professionale LinkedIn, inoltre, tra le posizioni più in crescita in Italia vi sono gli ingegneri specializzati nella progettazione e costruzione di robot e quelli in grado di sfruttare l’Intelligenza Artificiale e il machine learning. Seguiti da altre professioni come il cloud architect, richiesto ad esempio da quelle imprese che intendono spostare sulla “nuvola” l’intero archivio di dati, o come gli specialisti in sicurezza informatica e in algoritmi.
In linea con gli ultimi trend della tecnologia, stanno emergendo anche nuove figure. Come quelle legate alla blockchain (dallo sviluppatore al designer) o al metaverso, per realizzare esperienze sfruttando la realtà virtuale o aumentata.
La situazione italiana
Analizzando i risultati dell’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) del 2021 pubblicato dalla Commissione Europea, l’Italia si colloca al 20° posto tra i 27 Stati Membri dell’UE. Se si prendono in considerazione le competenze digitali a livello personale, quindi di capitale umano, l’Italia si colloca al 25º posto su 27 paesi dell’UE perché solo il 42% delle persone tra i 16 e i 74 anni possiede skill di base e il 22% ne ha di avanzate. A livello occupazionale, inoltre, gli specialisti in Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (conosciute con l’acronimo inglese ICT) in Italia arrivano solo al 3,6% dei lavoratori totali, contro una media europea del 4,3%. Tuttavia, la Commissione segnala che abbiamo fatto anche importanti passi avanti. Come l’adozione nel 2020 della prima Strategia Nazionale per le Competenze Digitali.
L’indagine di Salesforce
Secondo il recente Digital Skills Index di Salesforce, azienda specializzata nel CRM, l’86% degli intervistati italiani dichiara di non avere le conoscenze, in ambito tecnologico, richieste dalle aziende e l’87% pensa che sarà impreparato anche nei prossimi cinque anni.
A questo si aggiunge che solo il 17% ha scelto di seguire corsi di formazione per colmare il gap.
Restringendo il campo alla sola Generazione Z, l’81% dei giovani italiani ritiene di avere un avanzato livello di conoscenza dei social mentre solo uno su cinque pensa di possedere le competenze digitali necessarie nel mondo del lavoro. Vi è, però, anche un maggiore interesse a migliorarsi dal punto di vista formativo: un giovane su quattro è pronto a impegnarsi per colmare il divario entro i prossimi cinque anni.
A cura di OFNetwork