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“Connecting Minds, Creating the Future” è il tema scelto per l’esposizione universale che per la prima volta approda in un paese arabo. Fino al 31 marzo 2022, nei 192 padiglioni, i visitatori hanno la possibilità di conoscere le innovazioni pensate per garantire un futuro migliore ma anche le grandi sfide da affrontare, con focus su sostenibilità e mobilità. Questa guida porta alla scoperta delle novità più futuristiche e dei padiglioni da non perdere
La ricca Dubai, città degli Emirati Arabi Uniti, sarà al centro della scena per i prossimi mesi. Attirando turisti da tutto il mondo ma anche imprenditori alla ricerca di nuove opportunità di business per l’internazionalizzazione della propria attività e per il networking. Fino al 31 marzo 2022, infatti, l’emirato ospita, per la prima volta nella sua storia (e di tutto il Medio-Oriente), l’edizione 2020 dell’Esposizione Universale, rimandata di un anno causa pandemia. E può sicuramente essere un incentivo per visitare la città e gli Emirati Arabi Uniti in generale.
Il tema scelto è “Connecting Minds, Creating the Future” (letteralmente: collegare le menti, creare il futuro) ed è divisa in tre distretti: Opportunity, Mobility e Sustainability. L’obiettivo è quello di raccontare le nuove opportunità che possono creare un futuro migliore per i singoli e la comunità nel suo complesso, per quanto riguarda tutti gli aspetti fondamentali del vivere comune, dalla mobilità, con i più moderni e innovativi sistemi di trasporto, alla comunicazione di persone, beni e idee. Un ruolo centrale è rivestito poi dalla sostenibilità, intesa come accessibilità delle risorse ambientali, energetiche e idriche.
L’Esposizione si struttura in 192 padiglioni di altrettanti Paesi del mondo nei quali sono presentati progetti e modelli innovativi relativi a questi tre temi principali, oltre a circa una trentina di padiglioni speciali di cui tre tematici. Tutto ruota intorno alla piazza centrale di Al Wasl Plaza, fulcro dell’intera esposizione, e sulla quale si affacciano tre enormi strutture che ospitano i padiglioni più grandi, divisi appunto sulla base delle tre aree tematiche. Qui sono allestiti anche spazi per spettacoli, gallerie di innovazione, installazioni artistiche e giardini all’aperto. I tre edifici circondano anche una monumentale cupola d’acciaio, un gioco d’acqua alto 13 metri e due scenografici parchi.
I padiglioni da visitare
Per chi decidesse di partecipare, da non perdere è il padiglione degli Emirati Arabi Uniti. È stato realizzato dall’archistar Santiago Calatrava e la sua forma richiama quella di un falco, l’uccello simbolo del Paese. Ci sono 28 ali in fibra di carbonio che si aprono e chiudono in tre minuti per regolare l’esposizione dei pannelli fotovoltaici della copertura, e ha già ottenuto la certificazione LEED Platinum per le prestazioni energetiche.
Al suo interno si può conoscere il passato culturale degli Emirati e quali sono gli obiettivi futuri nell’ottica di costruire una società sviluppata e pacifica. È anche il centro delle principali celebrazioni e degli eventi culturali che verranno allestiti nel corso dei mesi.
Punta tutto sulla sostenibilità ambientale anche il futuristico padiglione del Regno Unito, disegnato dall’artista britannico ES Devlin e costruito interamente in legno utilizzando metodi sostenibili e materiale proveniente interamente da fornitori locali. Ha la forma di una conchiglia e si ispira all’ultimo progetto dello scienziato Stephen Hawking, “Breakthrough Message”, che invita ad usare l’intelligenza artificiale nel settore spaziale.
L’Olanda, invece, ha allestito una “harvesting machine”: un processo che si basa sull’utilizzo di pannelli fotovoltaici per estrarre acqua dall’aria per consentire poi la coltivazione di funghi e piante commestibili. Mentre spostandosi in Spagna si può ammirare una foresta artificiale in grado di produrre ossigeno in tempo reale grazie ai materiali con cui è realizzata e a speciali foto-bio-reattori.
Da visitare, infine, anche il Padiglione Italia, realizzato dallo studio di architettura CRA – Carlo Ratti Associati e Italo Rota Building Office, con matteogatto&associati e F&M Ingegneria. Il progetto si basa sul riuso dei materiali e il controllo naturale della temperatura. Infatti, il padiglione italiano è uno dei pochi a non aver bisogno di aria condizionata. Mentre, al termine dell’Esposizione, l’edificio verrà interamente smantellato e riciclato secondo i principi dell’economia circolare. Il tetto è costituito da tre scafi di barca rovesciati sormontati da una copertura in EFTE (Etilene tetrafluoroetilene, definito anche come il polimero ecologico) e ricoperti da un foglio di metallo traforato per far filtrare la luce. Mentre le pareti sono realizzate con 70 km di cordame in plastica riciclata.
Cosa vedere in città
Chi sceglie di partecipare a Expo 2020, può anche cogliere l’occasione per visitare la futuristica città araba. Imperdibile la vista panoramica dalla terrazza del Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo che con i suoi 828 metri di altezza è certamente il simbolo della città. Di fronte si trova la famosa fontana, che vanta il primato di essere la più grande fontana d’acqua esistente: da visitare di sera, per ammirare lo spettacolare “balletto” di getti d’acqua che danzano a ritmo di musica.
Poco distante, nel cuore moderno della città e proprio accanto al Burj Khalifa, si trova il Dubai Mall: il centro commerciale più visitato al mondo, con oltre 1200 negozi e centinaia di ristoranti. Qui sono ospitate anche delle cascate, un acquario, una pista di pattinaggio, una da go-kart, oltre a un simulatore di volo. Mentre al centro commerciale Mall of the Emirates, di dimensioni più contenute, si può sperimentare l’ebbrezza di effettuare una discesa sugli sci sulla pista innevata indoor più grande del mondo.
Infine, per scoprire il lato più autentico, vale una sosta il quartiere di Deira, dove perdersi tra le bancarelle dei suoi Souk, da quello dei gioielli al coloratissimo mercato delle spezie.