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È almeno 10 volte più veloce della rete di trasmissione che usiamo attualmente, il 4G. Richiede molto meno tempo per connettersi. Ed è in grado di ospitare un maggior numero di dispositivi. In altre parole, è rivoluzionaria. C’è chi la sta già utilizzando in agricoltura, chi per creare nuove città intelligenti, chi per trasformare la rete autostradale per i veicoli a guida autonoma
Nel 2019 ha iniziato a diffondersi a livello globale promettendo di trasformare completamente il mondo delle telecomunicazioni, ma anche dell’industria, dei trasporti e della produzione in serie. Circa tre anni più tardi, sono quasi 794 le aziende del mondo che già usano o stanno sperimentando le reti mobili private, 4G o 5G. È quanto emerge dal report diffuso lo scorso giugno dall’organizzazione industriale senza fini di lucro che rappresenta proprio le società attive nel settore delle comunicazioni mobili, la Gsa (acronimo di Global mobile suppliers association). Nel rapporto si legge che, tra le imprese più attive in questo campo, vi è una particolare vivacità per quanto riguarda il manifatturiero, impegnato sempre più nella trasformazione 4.0. Ma ci stanno lavorando anche società in ambito educational, dell’estrazione e dell’automotive. E anche se per il momento la tecnologia 4G Lte è ancora dominante, con il 76% delle implementazioni totali, il 5G sta crescendo in misura significativa.
Cos’è la tecnologia 5G?
Come suggerisce il nome stesso, si tratta della quinta generazione della tecnologia wireless di telefonia mobile e cellulare e rappresenta un’evoluzione della precedente rete dati per la navigazione da smartphone, il 4G. Fornisce, infatti, una velocità di trasmissione molto più elevata (oltre 10 volte superiore rispetto a quella precedente) e, cosa ben più importante, è caratterizzata da una sensibile riduzione dei tempi di latenza (cioè del tempo di attesa necessario affinché avvenga la connessione). Inoltre, è anche in grado di ospitare sulla stessa rete un maggior numero di dispositivi, rendendo dunque più semplici le implementazioni di massa, anche in ambito industriale, e dell’Internet of Things, consentendo quindi una migliore prestazione degli “oggetti connessi”.
A che punto è l’Italia
Gli ultimi dati disponibili e aggiornati a marzo 2022 dall’Osservatorio 5G della Commissione Europea fotografano una situazione di progressivo miglioramento: il segnale, infatti, ha raggiunto in Italia il 99,7% della popolazione. Mentre il Governo ha definito un piano di intervento nazionale che si chiama, appunto, “Italia 5G” per incentivare la realizzazione delle infrastrutture.
Sebbene la tecnologia sia diffusa, non sono ancora molti i casi d’uso concreti nel nostro paese. Stando ai dati contenuti nel rapporto diffuso a fine 2021 e realizzato dall’Osservatorio 5G & Beyond del Politecnico di Milano, infatti, in Italia si contano poco più di dieci sperimentazioni.
Smart city e agritech
Il principale macro-ambito applicativo del 5G, almeno in Italia, riguarda il monitoraggio a distanza. La rete ultra-veloce, infatti, consente di supportare vari oggetti intelligenti connessi, come sensori e droni, utilizzati soprattutto per la gestione da remoto delle “smart city” del futuro. Così, per esempio, è possibile realizzare lo smart parking, creare un sistema di illuminazione intelligente o, ancora, cestini “connessi” che agevolino la raccolta differenziata dei rifiuti.
In ambito agricolo, invece, c’è già chi pensa di realizzare un sistema hi-tech per migliorare la qualità dei raccolti attraverso una serie di sensori da piantare nel terreno o da installare sulle piante per rilevare alcuni parametri fondamentali, come per esempio l’umidità, l’acidità o la temperatura del suolo. Mentre in ambito civile e industriale si potranno sfruttare le potenzialità della rete per monitorare costantemente i consumi energetici di abitazioni e fabbriche.
5G e sostenibilità
Ericsson, la multinazionale svedese operante in 180 paesi nella fornitura di tecnologie e servizi di comunicazione, ha realizzato al porto di Livorno il progetto “5G Port of the future” per migliorare lo scambio di informazioni in tempo reale all’interno del terminal portuale. In questo modo si sono notevolmente ridotti i movimenti non necessari durante la movimentazione delle merci. Questo ha consentito di diminuire, contestualmente, anche il consumo di carburante e le emissioni di CO2 nell’ambiente. Dati alla mano, il progetto dovrebbe riuscire a far scendere le emissioni dell’8% per ciascun terminal, per un totale di quasi 148 tonnellate di CO2. Non solo: anche il risparmio economico è significativo. Secondo le stime, dovrebbe aggirarsi intorno ai 2,5 milioni di euro l’anno, grazie anche all’ottimizzazione dei tempi di ormeggio delle navi.
Le auto del futuro
Uno dei principali ambiti di sviluppo della nuova tecnologia wireless, poi, è quello dell’automotive, grazie alla creazione di veicoli a guida autonoma e interconnessi. Sono stati da poco presentati i risultati del progetto 5G-Carmen, finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dalla Fondazione Bruno Kessler, che prevede lo sviluppo di servizi di guida autonoma e assistita lungo il tratto autostradale al confine tra Italia, Austria e Germania. Ed è in corso il progetto per trasformare la Salerno-Reggio Calabria nella prima smart road europea grazie a un’infrastruttura di rete che coprirà l’intero tratto autostradale e permetterà la circolazione di veicoli senza conducente. Non solo: gli automobilisti potranno anche ricevere notizie in tempo reale in merito al loro percorso, scoprendo in anticipo se ci sono rallentamenti, incidenti o cantieri che ostacolano il normale scorrimento lungo il tragitto.
A cura di OFNetwork