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Far crescere una PMI: le risposte di Carl Reader a tutte le FAQ

Smart Business

27 Novembre 2020

American Express

Far crescere un’azienda è un’esperienza entusiasmante e gratificante, ma richiede abilità poliedriche agli imprenditori. Tra le diverse attività di cui devono occuparsi, infatti, i proprietari di PMI in crescita devono imparare a gestire le finanze, le attività di marketing sui social media e riuscire a reclutare i professionisti più adatti. Carl Reader, autore e relatore specializzato in PMI che ha personalmente ampliato la sua azienda, ci parla del suo viaggio imprenditoriale e delle sfide e opportunità che interessano la maggior parte dei piccoli imprenditori.
La sua storia racconta del successo costruito con costanza e impegno. Carl Reader inizia la sua carriera lavorativa in un supermercato, intraprendendo poi un percorso di formazione in contabilità che lo porterà a conoscere le basi e le fondamenta per il suo lavoro. Nel 2014 è stato coinvolto in un’operazione di management buy-out di Chartered Accountants (d&t), di cui è diventato presidente.  Nel 2017 è stato anche co-fondatore di TaxGo ed in precedenza è stato Affiliate Chairman della British Franchise Association, per poi diventare membro del Consiglio di Amministrazione. Nel 2017 è diventato ambasciatore dell’Associazione dei professionisti indipendenti e dei lavoratori autonomi. Nel 2020, Reader è diventato Presidente del Comitato dei Professionisti dell’Associazione dei Dottori Commercialisti. Autore di diversi sulla gestione d’impresa (“The Startup Coach”, 2015; “The Franchising Handbook”, 2016; “BOSS IT: Control your time, your income, and your life, 2020) ha anche avuto l’opportunità di consigliare migliaia di imprenditori che stanno gettando le basi del proprio business.

Quali sono le principali difficoltà che devi affrontare in fase di reclutamento?
Per la mia impresa contabile, Chartered Accountants (d&t), reclutare nuovi collaboratori significa superare due sfide. La nostra sede centrale è a Swindon, nel sud-est dell’Inghilterra. Generalmente le persone preferiscono vivere a Swindon e lavorare altrove facendo i pendolari. Per questo motivo, dobbiamo essere particolarmente creativi per attrarre il nostro personale.
All’inizio ci rivolgevamo ad alcune agenzie di collocamento e pubblicavamo normali annunci di lavoro, ma poi abbiamo iniziato a pensare al reclutamento come a un esercizio di marketing, con tanto di cartellonistica, volantinaggio e tutto ciò che poteva farci notare dai potenziali nuovi collaboratori.
Come fai a trovare e attrarre i talenti giusti?
Reclutare collaboratori in base alle loro conoscenze è la via più semplice, ma se le conoscenze possono essere acquisite durante la formazione, una mela marcia rappresenta un problema più grave. Da noi, l’onboarding è il più informale possibile. Ad esempio, il primo colloquio si tiene al pub, davanti ad una birra e ad un tortino.
L’incontro successivo, invece, è insieme ai colleghi. In questo modo, possiamo conoscere il lato sociale dei potenziali collaboratori e valutarli principalmente in base al nostro istinto. In passato abbiamo utilizzato il test di autovalutazione DISC e altri test psicometrici, ma alla fine è tutta una questione di istinto.

Come hai sviluppato la tua presenza aziendale sui social media?
Ho iniziato creando alcuni account aziendali, ma farsi notare sui social media era troppo costoso. Ho deciso, quindi, di provare un’altra strategia, ovvero la costruzione di un brand personale molto forte attraverso il quale incanalare l’azienda. Per il primo mese, mi sono dato l’obiettivo di rilasciare un’intervista al giorno. Non importava chi mi intervistasse: poteva essere un piccolo blogger o una rivista famosa. Alla fine del mese, erano stati pubblicati cinque pezzi su di me a tiratura nazionale.
Come fai a mantenere il tuo team in linea con la voce del marchio?
Il segreto è essere autentici, il che è importante anche perché la nostra attività si basa sulle relazioni interpersonali. Anche quando si tratta di relazioni B2B, infatti, ci sono sempre due persone che si stringono la mano.
I nostri account ufficiali sui social media rappresentano le persone che lavorano in azienda. Reclutando i giusti collaboratori, mi assicuro che non dicano niente di sbagliato. Questo è il vantaggio dello scegliere le persone in base a chi sono, non a quello che sanno fare.
Come riesci a mantenere il tuo tocco personale in un contesto digitale?
Come dico sempre, le transazioni non sono mai “business-to-business” o “business-to-consumer”, ma “human-to-human”, ovvero tra esseri umani. La tecnologia è uno strumento, ma per le PMI il successo dipende dalle relazioni faccia a faccia. Personalmente, cerco di ottenere il massimo dai miei appuntamenti. Ad esempio, provo a incontrare le persone in occasione di eventi, per conoscerle come individui. Quando riesci a stabilire dei legami forti, a farti conoscere e apprezzare, fare affari diventa molto più semplice.

Cosa fai per salvaguardare la salute mentale dei tuoi dipendenti?
La cosa più importante, secondo me, è che ci sia una cultura dell’accettazione. La salute mentale dovrebbe essere allineata a quella fisica. È essenziale che tra i membri del team ci sia fiducia, in modo che tutti si sentano liberi di parlare di qualunque problema prima che diventi ingestibile.
Cerco anche di fare in modo che il team non si lasci andare ad esternazioni come “sii uomo” o “datti da fare e lavora”. Si tratta di un tipo di cultura diffusa nel settore e di cui occorre essere coscienti.

Quali sono gli aspetti più importanti della gestione del flusso di cassa che hai appreso occupandotene per la tua azienda?
Una delle lezioni più importanti che ho imparato è che far crescere un’azienda è costoso. L’impatto della crescita sul flusso di cassa è maggiore di quanto si possa immaginare. Anche nei periodi di forte crescita, in cui tutto sembrava andare per il meglio, sulla carta, destreggiarsi tra contanti e investimenti è stato difficile.
Uno dei nostri problemi principali consiste nel fatto che fatturiamo su base annua, ma abbiamo spese mensili. Ciò comporta un forte cash drain. Per risolvere il problema, abbiamo deciso di modificare il nostro modello finanziario per passare all’offerta di abbonamenti. D’altra parte, viviamo in un mondo “alla Netflix”, dove le persone si aspettano di poter pagare 10 euro al mese per utilizzare tutti i servizi che desiderano. Stiamo cercando di avvicinarci a quel modello, che ha il vantaggio di eliminare del tutto i problemi legati al controllo del credito.

Cosa hai comprato con la tua prima vera paga?
Ho comprato piatti e mixer per ascoltare vinili e un piumino Helly Hanser.
Qual è l’elevator pitch che utilizzi per presentarti?
Sono in grado di spiegare complicati argomenti commerciali in un linguaggio comprensibile anche a un bambino di otto anni.
Preferisci uno spuntino al computer o andare a pranzo fuori?
Meglio fuori con qualcuno, assolutamente. Perché farsi sfuggire un’occasione per incontrarsi?
Qual è l’ora del giorno in cui hai le idee migliori?
Credo durante la sera, quindi direi le 20.00.
Qual è il tuo detto preferito: “Grazie a Dio è venerdì” o “Grazie a Dio è lunedì?
Nessuno dei due. La mia vita lavorativa coincide con quella privata, quindi che sia sabato o mercoledì, per me non cambia niente.

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