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Food, moda e gioielli tra le filiere con maggiore appeal sui visitatori.
La filiera della «grande bellezza» italiana cresce, il comparto industriale resta marginale. Il bilancio annuale delle fiere internazionali italiane, redatto da Aefi (l’associazione esposizioni e fiere italiane) rivela una divaricazione tra i settori, con una sostanziale stabilità nel numero dei visitatori (poco più di 10 milioni), ma con una sempre più chiara distribuzione nelle gerarchie, nonostante il confronto con l’anno precedente sia possibile solo parzialmente, a causa della cadenza biennale di numerose manifestazioni.
Nel 2016 l’osservatorio (si tratta di un’elaborazione dei dati raccolti dal Coordinamento interregionale fiere per Euro fair statistics-Ufi ha censito 185 manifestazioni internazionali, che hanno occupato 3,45 milioni di metri quadrati di superficie. A livello europeo si registrano circa 724.488 espositori e 71,6 milioni di visitatori per 27,4 milioni di metri quadrati.
In termini di espositori, in Italia i trend dei settori di maggior interesse sono relativi a tessile-abbigliamento-moda, food-beverage-ospitalità, sport-hobby-intrattenimento-arte. Per quanto riguarda i visitatori resta significativa la performance delle cinque fiere campionarie del 2016, con 3,35 milioni di visitatori, seguite dalle 27 rassegne, con 1,220 milioni di visitatori, della filiera dello sport-hobby-intrattenimento-arte e dal mondo delle automobili e delle motociclette (sei fiere per 938mila visitatori).
Se si analizza il numero di manifestazioni, la classifica vede al primo posto il settore tessile-abbigliamento-moda, al secondo sport-hobby-intrattenimento-arte e al terzo gioielli-orologi-accessori. Per quanto riguarda invece la superficie espositiva, si piazzano in cima al ranking le fiere del tessile-abbigliamento-moda, seguite da sport-hobby-intrattenimento-arte e da automobili-motocicli.
Sono positive anche le performance della filiera dell’arredamento e design d’interni (448mila visitatori totali l’anno scorso, al primo posto per incidenza dei visitatori esteri, oltre la metà del totale) e della bellezza e cosmetica (quasi 2.500 espositori esteri, più del 50% del totale, una delle migliori performance tra tutti i settori).
Altra categoria, invece, per i segmenti legati all’industria, alla tecnologia e alla meccanica (quinto e ottavo posto per superficie espositiva e visitatori delle 19 fiere del comparto), così come rimane marginale l’incidenza italiana in ambiti industriali tradizionalmente presidiati con leadership radicate (è il caso della chimica e della filiera del packaging e degli imballaggi). Il mondo italiano delle fiere, infine, manca ancora l’appuntamento con molti nuovi trend industriali: appare ancora di nicchia l’appeal internazionale della filiera della salute e delle attrezzature (70mila visitatori, solo 4mila esteri), dell’It e telecomunicazioni (70mila visitatori, 1.780 stranieri).
L’ultima edizione dell’osservatorio congiunturale diAefi, relativa al secondo trimestre, ha evidenziato una crescita del fatturato, del numero delle manifestazioni e egli espositori. Analizzando lo spaccato della provenienza degli espositori, emerge un maggior incremento degli europei, con un saldo del +36% (calcolato in base alle risposte positive e negative fornite dagli intervistati), seguiti dagli stranieri extraeuro pei (saldo + 32%). Meno dinamici gli italiani con un saldo positivo dell’11 per cento. Positive, seppure prudenti, le previsioni del terzo trimestre per la maggior parte degli associati (l’indagine interessa 28 poli fieristici italiani) coinvolti nell’analisi.