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Gli attacchi hacker per sottrarre denaro dilagano e gli strumenti utilizzati sono sempre più sofisticati. Per difendersi, società e imprese stanno mettendo in campo una figura che ha le competenze giuste per evitare guai seri.
Entrano nei nostri conti correnti, in quelli di società e aziende, di enti pubblici e privati, e prelevano denaro in maniera fraudolenta, abbattendo difese legate a PIN, password e codici di segretezza. I pirati informatici sono diventati bravissimi a penetrare nel cuore dei servizi di internet banking mettendo a segno i loro colpi con una frequenza sempre maggiore. Questo accade anche se i sistemi di protezione dati, conti, carte di credito virtuali e non stanno diventando ogni giorno più complicati e sofisticati. Eppure non scoraggiano gli attacchi, che anzi nel 2020 si sono moltiplicati. Ecco perché enti e istituti di pagamento, ma anche semplici aziende, non possono più fare a meno del Fraud Manager: una figura che ha il ruolo di contrastare le frodi informatiche con le sue competenze legali, tecnologiche e amministrative.
I numeri delle frodi
D’altra parte, la moltiplicazione dei servizi di Internet Banking, con le loro variegate sfaccettature, offre ai “pirati” innumerevoli “bug” da utilizzare per fare le loro incursioni. Ai Fraud Manager il compito di sbarrare loro la porta in un momento in cui il rischio è altissimo: nel 2020 si è registrato un attacco informatico ogni quattro ore, per un numero complessivo di 2.332 dopo i 1.802 del 2019. Insomma, il “business” degli hacker è in forte crescita, e in aumento sono anche i volumi di spesa previsti per la sicurezza nell’Information Technology, come chiarisce l’Associazione Bancaria Italiana. Si è passati dal 7% sul totale del budget IT nel 2019 al 12% nel 2020. Si è delineata quindi la figura del Fraud Manager, che ha la responsabilità di guidare la governance del sistema anti-frodi informatiche all’interno della sua azienda e di confrontarsi in merito con l’Autorità di controllo e con le forze dell’ordine.
Le competenze del Fraud Manager
La presenza in Rete sempre più massiccia di pirati informatici richiede infatti un occhio particolarmente attento. Ecco quindi che il Fraud Manager deve conoscere a fondo, nel contesto aziendale, come funzionano i sistemi e i processi di pagamento, e avere le competenze per gestire i rapporti con i management delle altre aziende. Deve poi, allo stesso tempo, essere al corrente delle tecniche di attacco hacker ed essere in grado di gestire con freddezza le situazioni di crisi. È inoltre necessaria una precisa consapevolezza e conoscenza dei dettagli legali, degli orientamenti e delle prassi legate alla giurisprudenza in modo da avere le armi adatte per un’eventuale battaglia legale in caso di reclamo o di uno scontro in giudizio.
Il Fraud manager “incorporato”
In questo scenario, dunque, è evidente come la prevenzione delle frodi parta proprio dalla sicurezza dei metodi di pagamento. Per questo, i più importanti player del settore hanno da tempo implementato misure di sicurezza sempre maggiori: American Express, ad esempio, per le sue Carte Corporate, ha “incorporato” sistemi di sicurezza all’avanguardia che proteggono dalle intrusioni e che monitorano costantemente le transazioni. In questo modo, vengono immediatamente individuate quelle che potrebbero essere operazioni fraudolente e adottate le contromisure del caso.
Allargamento della difesa
A difesa dagli attacchi hi-tech è arrivato anche, grazie a una proposta del Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica, l’elenco aggiornato di enti e aziende comprese nel cosiddetto perimetro di sicurezza nazionale cibernetica. Il premier Mario Draghi ha infatti allargato l’ambito di applicazione di tale “protezione” a un maggior numero di soggetti pubblici e privati che forniscono servizi essenziali per attività civili, sociali o economicamente strategiche. Una misura che va nella direzione di una tutela anti-hacker finanziari.