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Green economy: le professioni del futuro sono “sostenibili”

Lavoro

17 Febbraio 2022

American Express

Secondo una recente ricerca di Ernst Young, entro il 2025, in Italia, ci saranno quasi 800mila posti di lavoro in più, a condizione che si investa sull’ambiente. Quali saranno le professioni più richieste? Quanto incide già oggi l’economia verde nell’industria, nell’edilizia, nella manifattura?

 

La transizione verso un’economia a basso impatto ambientale e la trasformazione delle aziende in chiave digitale ed eco-sostenibile sta portando, in tutto il mondo, Italia inclusa, a un ampliamento del mercato del lavoro specializzato. La previsione è dei consulenti di EY (Ernst Young), network mondiale di servizi professionali di consulenza, revisione contabile, fiscalità e formazione, che sono arrivati a ipotizzare che entro il 2025, in Italia, ci saranno quasi 800.000 nuovi posti lavoro nell’ambito dell’economia “green”. A patto però, spiegano, che si riescano a realizzare i giusti investimenti per quanto riguarda la riduzione dei consumi, l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, lo sviluppo dell’economia circolare, la rigenerazione urbana e la mobilità sostenibile.

 

In realtà, i primi segnali positivi già oggi si iniziano a intravedere. Secondo i dati recentemente diffusi dal rapporto GreenItaly, realizzato da Fondazione Symbola in collaborazione con Unioncamere, infatti, nel 2020 in Italia le assunzioni avvenute in aziende che operano in uno dei vari campi che compongono la green economy sono state pari al 35,7%. Mentre in tutto, oggi, il settore produttivo legato alla sostenibilità dà lavoro a 3,1 milioni di persone, pari al 13,7% del totale degli occupati.

 

Inoltre, sono già 441.000 le imprese che negli ultimi 5 anni hanno creduto e investito nella trasformazione verde: il 31,9% di quelle attive nell’industria e nei servizi, e il 36,3% di quelle che si occupano di manifattura. Queste società, si legge ancora nel rapporto, si dimostrano più dinamiche sui mercati esteri, innovano di più, producono più posti di lavoro e, generalmente, hanno anche retto meglio alla crisi pandemica.

 

Anche American Express ha consolidato il suo impegno verso la costruzione di un mondo più sostenibile, incrementando gli sforzi per aiutare i propri clienti, fornitori e le comunità dove opera a realizzare un futuro a basse emissioni. Il Gruppo ha fissato l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2035 e ha in programma di investire almeno 10 milioni di dollari per promuovere iniziative, partnership e programmi per combattere il cambiamento climatico.

 

Per il futuro, inoltre, ci si aspetta una crescita ulteriore, anche grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che tra i suoi obiettivi pone proprio al centro la transizione ecologica.

 

I lavori del futuro

 

Quello che accadrà in futuro, dunque, è che saranno sempre più richieste nuove posizioni ad alta specializzazione e figure professionali dotate di specifiche competenze nell’ambito dell’economia green. Non solo, sarà anche necessario possedere doti nell’ambito della digitalizzazione.

 

Per esempio, ad essere richiesti saranno soprattutto scienziati e operatori fortemente qualificati e preparati nella lotta al cambiamento climatico. In questo ambito, un ruolo chiave sarà quello dell’ingegnere energetico il cui compito è quello di gestire gli impianti in modo da ridurre i consumi di materie prime e di energia in tutti i settori, da quello industriale a quello civile, passando per quello agricolo e dei trasporti.

 

Anche i lavori “tradizionali” subiranno una trasformazione in chiave “verde”, con la richiesta sempre più necessaria di nuove competenze. Uno degli ambiti che sarà maggiormente impattato da queste trasformazioni è quello dell’edilizia, particolarmente colpito dalla crisi finanziaria del 2008 prima e da quella scaturita a seguito della pandemia poi. Sempre secondo il rapporto GreenItaly, infatti, i green jobs sono già cresciuti di 130mila unità in poco tempo in questo particolare settore e per l’immediato futuro sono previste altre 200mila posizioni.

 

Il fatto è che per sopravvivere in un contesto completamente nuovo e mutato, l’edilizia ha dovuto necessariamente imparare a reinventarsi. Oggi, infatti, è fondamentale l’utilizzo di materiali nuovi e molto verte sulla riqualificazione dell’esistente, nell’ottica soprattutto di aumentare il risparmio energetico e la sicurezza antisismica degli edifici recuperando, al tempo stesso, vaste porzioni di aree urbane abbandonate.

 

Per questa ragione, stanno iniziando a formarsi nuove figure come il biomuratore, un artigiano che conosce a fondo i nuovi materiali e il loro utilizzo, ed è in grado di maneggiarli correttamente. L’ecodesigner progetta prodotti e servizi sostenibili e innovativi, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale, dalla produzione fino all’utilizzo e allo smaltimento o, meglio, al riciclo e al riuso. Mentre l’informatico ambientale sviluppa software e applicazioni dedicate all’ambiente grazie alla conoscenza delle tecniche più innovative, come quella del green building. Ci sono poi anche gli esperti di domotica, di illuminazione smart e di gestione degli impianti a basso impatto ambientale.

 

Anche il settore dell’agricoltura potrebbe subire una trasformazione significativa in ottica “green”. Così, vi saranno nuove posizioni legate all’agricoltura di prossimità, ma anche alla cucina sostenibile e all’agroalimentare “circolare” come, per esempio, il bioagricoltore, il riciclatore o il certificatore di prodotti biologici nell’agroalimentare.

 

A cura di OFNetwork

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