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Il lockdown fa esplodere l’e-commerce in Italia

Business Insights

21 Maggio 2020

American Express

I tre mesi di lockdown più o meno intenso hanno rappresentato per l’Italia una straordinaria occasione per il decollo dell’e-commerce e dei pagamenti a distanza. I consumatori si sono abituati ad acquistare da remoto, pagando in maniera digitale, e anche gli esercenti o i fornitori di servizi, pure quelli che ancora non avevano un sito di e-commerce, si sono attrezzati usando la posta elettronica o i canali social per inviare ai propri clienti un link di pagamento. Insomma, le questioni di sopravvivenza hanno dato una spinta decisiva a un comparto nel quale l’Italia, fino al 2019, brillava ancora per arretratezza.
 
 
Basti pensare, ad esempio, che l’e-commerce sulla Penisola, lo scorso anno, si attestava al 12% rispetto al volume delle vendite totali (fonte Eurostat), percentuale tra le più basse in Europa, davanti solo a Bulgaria, Cipro, Grecia e Romania. Certo, gli acquisti di prodotti online, nel 2019, erano aumentati del 21% rispetto al 2018. Ma si trattava sempre di valori assoluti ancora molto bassi. Anche i pagamenti con carta di credito, ovvero la modalità più usata per regolare le transazioni a distanza, pur essendo in crescita nel 2019 (hanno raggiunto quota 270 miliardi di euro, +11% sul 2018, con cinque miliardi di transazioni complessive per uno scontrino medio di 54 euro rispetto ai 57 euro del 2018) vedevano comunque l’Italia molto lontana da altre realtà europee.
 
 
Ma il lockdown del 2020 ha fatto letteralmente esplodere l’e-commerce, salvando intere filiere e determinando un processo di alfabetizzazione digitale della Penisola (pagamenti da remoto, uso delle carte o dei POS in mobilità) da cui non si tornerà più indietro.
 
 
Ecco un po’ di dati: secondo l’Istat, l’e-commerce in Italia è salito del 20,7% in marzo rispetto al marzo 2019; nei primi tre mesi del 2020 Poste italiane ha consegnato il 15% in più di pacchi; per Nielsen la grande distribuzione e i prodotti di largo consumo hanno avuto un boom del 144% in e-commerce da inizio emergenza; infine, secondo l’E-commerce Netcomm forum, da inizio 2020 sono arrivati due milioni di nuovi consumatori online in Italia.
 
 
L’osservatorio “Lockdown. Come e perché sta cambiano le nostre vite” realizzato da Nomisma ribadisce che, sulla spinta degli acquisti online, le famiglie italiane hanno “un utilizzo meno intenso dei contanti, a favore di metodi di pagamento alternativi, come carte di credito o di debito e pagamenti digitali. Le carte prepagate e le carte di credito e di debito sono utilizzate più di prima rispettivamente dal 32%, 26% e 24% dell’universo della ricerca, e i new digital payments dal 28%”. Anche dalle indagini dell’Osservatorio sugli innovative payments del Politecnico di Milano emerge come il pagamento da remoto e l’utilizzo dell’e-commerce, del mobile commerce, degli smartPOS (per esempio lo smartphone che diventa un POS) siano decollati in queste settimane. E la necessità di ridurre al minimo i contatti e di usare il meno possibile il denaro contante (ritenuto tra i vettori del contagio) spinge fortissimo verso le carte contactless e gli innovative payments tipo quelli fatti direttamente attraverso lo smartphone, dispositivi wereable e di wallet digitale.
 
 
Insomma, tra marzo, aprile e maggio il traffico di pacchi e consegne a domicilio ha raggiunto volumi tipici del periodo pre-natalizio. Un boom che, tuttavia, non ha fatto realmente crescere il comparto dei corrieri. Il grosso del business delle consegne da e-commerce di consumo, a privati cittadini e famiglie, è infatti in mano a colossi come Tnt, Ups, Dhl, che riescono a trarre profitti dai grandi volumi di traffico di piccoli pacchi da consegnare in luoghi diversi e con un valore aggiunto molto basso. La gran parte delle 700 aziende attive nel settore corrieri, invece, lavora quasi esclusivamente con le consegne a negozi e imprese, un mercato pregiato e più profittevole, con volumi e pesi diversi, e quindi tariffe più alte. Un mercato che, tuttavia, nella fase di lockdown, si è ridotto parecchio.

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