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Le imprese italiane si stanno muovendo verso la digitalizzazione e nel corso dell’ultimo triennio hanno speso soprattutto per garantire la sicurezza informatica (45%) e per creare applicazioni web e mobili (28%).
La buona notizia tuttavia è che in generale la trasformazione digitale delle imprese non viene percepita come un rischio nemmeno da chi opera nel mondo del lavoro e delle imprese. E’ quanto emerge dalle anticipazioni del sondaggio condotto da Ey in collaborazione con Ipsos e il Centro Studi Intesa Sanpaolo. Dallo studio emerge che due persone su tre nel 2017 hanno utilizzato la rete e quasi una su due la utilizza tutti i giorni, ma il 30% circa delle famiglie risulta ancora privo di connessione web. Mediamente il 78% della popolazione vede nella digitalizzazione soprattutto effetti positivi, in relazione al modo di organizzare il lavoro e la produzione e il 72% dei lavoratori vede effetti positivi anche in relazione al proprio lavoro. Interessante anche il dato relativo agli investimenti nella piattaforma cloud.
Secondo lo studio, sono pari al 6-7 per cento del totale delle spese Ict, un livello pari al doppio della media europea. Particolarmente sensibile la crescita dei progetti di trasformazione digitale nelle regioni ad alta vocazione industriale (Nord-Est. Lombardia ed Emilia Romagna), 42% contro il 32% del resto di Italia. Nel complesso inoltre le aziende che hanno implementato una strategia di trasformazione digitale riconoscono un ritorno economico dagli investimenti superiore alle aspettative. La maggior parte delle imprese elenca fra i principali vantaggi della digitalizzazione una maggiore integrazione dei processi con partner e fornitori, una riduzione dei costi, un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza, un aumento delle conoscenze interne, la liberazione di risorse dalle attività di routine e migliori performance con i nuovi clienti oltre che una migliore qualità dei prodotti o servizi offerti.
Resta in prospettiva il problema del “reskilling”, ovvero dell’apprendimento delle nuove competenze richieste dai nuovi processi digitali. Un problema che riguarda le imprese italiane ma non solo: Basti ricordare un dato riportato al World economic forum di Davos due anni fa: il 65% dei bambini che frequentano oggi la scuola primaria faranno un lavoro che attualmente non esiste”. La digitalizzazione dunque parte dalle imprese ma deve essere un tratto sempre più distintivo anche del sistema scolastico, soprattutto a livello di scuole superiori e di atenei.