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Un pacchetto di risorse di 300 milioni per dare una scossa all’agricoltura.
Che può così guardare oltre l’emergenza. E se la torrida estate deve ancora essere superata, il settore si prepara a un autunno ricco di aspettative. Si riparte infatti con nuovo provvedimento e una robusta dote per rilanciare gli investimenti e rafforzare le filiere.
Nei giorni scorsi il decreto firmato dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, sul nuovo regime di aiuti Ismea, annunciato in occasione dell’ultima assemblea di Confagricoltura, ha incassato un primo via libera da Bruxelles. E da settembre potrà dunque diventare operativo. Si tratta di un provvedimento di attuazione del collegato agricolo che estende alle aziende del settore primario gli aiuti ex Isa, l’Istituto sviluppo agroalimentare accorpato in Ismea. In virtù di questo regime l’Ismea potrà intervenire con partecipazione (di minoranza) nel capitale delle imprese o concedere mutui agevolati.
Un meccanismo assolutamente innovativo per l’agricoltura poiché Isa si limitava a interventi nell’agroindustria. Ora invece gli incentivi si indirizzeranno alla fase primaria, alla seconda trasformazione, ma anche alla distribuzione e logistica (compresa la piattaforma informatica) che sono due ambiti in cui l’Italia è in una condizione di pesante arretratezza, soprattutto nel settore dell’ortofrutta. Un handicap che limita anche la concentrazione dell’offerta e quindi lo sviluppo dell’export. Beneficiari dei nuovi incentivi sono le società di capitali, comprese quelle cooperative che – recita il decreto – operano nella produzione agricola primaria, nella trasformazione dei prodotti e nella commercializzazione. Agevolazioni anche per le società in cui però il 51% dei soci sia costituito da agricoltori e che sono attive nella distribuzione e logistica.
L’obiettivo di questo nuovo provvedimento che conta su un budget in grado di attivare investimenti consistenti, è di intervenire sulla filiera puntando così a un modello di agricoltura avanzata con le carte in regola per presidiare i mercati.
Il mutuo è concesso a un tasso particolarmente interessante pari al 30% del tasso di riferimento europeo e comunque non al di sotto dello 0,50%. Copre finanziamenti della durata di 15 anni, di cui 5 anni di preammortamento. I prestiti sono assistiti dalle garanzie dell’Ismea.
Sono ammessi progetti con una spesa da un minimo di 2 a un massimo di 20 milioni. L’altra possibilità di intervento è l’ingresso di Ismea nel capitale della società agricola o agroalimentare che non siano però in difficoltà. L’obiettivo non è il salvataggio, ma il rilancio del sistema nazionale che per competere dovrà sempre più far rotta sull’innovazione, la concentrazione dell’offerta e il collegamento con gli altri anelli della filiera.
Le modalità di intervento e le condizioni dipendono dalla tipologia del progetto e comunque l’Ismea è socio di minoranza e la partecipazione è a tempo.
Con questa operazione che interessa le filiere a 360 gradi si intende stimolare l’ulteriore crescita di un settore che sta dando già molte soddisfazioni all’economia generale. Si allarga con un budget ricco quel ventaglio di azioni messe in campo dal ministero delle Politiche agricole, finalizzate a rinnovare il settore. In questa direzione vanno l’estensione all’agricoltura del «piano Industria 4.0», ma anche i nuovi incentivi finalizzati ai giovani previsti dagli interventi per il Mezzogiorno che mettono in campo 50 milioni per sostenere le imprese under 40.