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Incentivi per la stabilizzazione under 35 anche nel 2019-20

Business Insights

11 Settembre 2018

American Express

Arriva il regime transitorio: fino al 31 ottobre le nuove norme sui contratti a termine non si applicheranno alle proroghe e ai rinnovi dei rapporti di lavoro in corso al 14 luglio (entrata in vigore del Dl). Insieme alla conferma anche per il 2019 e il 2020 dell’attuale decontribuzione al 50% per i datori di lavoro che assumono con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti giovani under 35 anni, nel limite di 3mila euro su base annua. E alla compensazione dei crediti e debiti verso la Pa per il solo 2018.
Sono alcune delle principali novità che arrivano dalle commissioni Lavoro e Finanze della Camera che ieri hanno concluso l’esame del Dl 87, ribattezzato dal vicepremier Luigi Di Maio “decreto dignità”, che da lunedì passa all’esame dell’Aula di Montecitorio per il primo sì, atteso entro il 2 agosto (non si esclude il ricorso alla fiducia, se i tempi dovessero allungarsi). La durata del contratto a termine è di 12 mesi, estendibili a 24 mesi con l’apposizione delle causali, con 4 proroghe; per ogni rinnovo scatta l’aumento dello 0,5% aggiuntivo all’1,4% introdotto dalla legge Fornero, incremento che vale anche per la somministrazione. Sui contratti a termine, oltre all’introduzione del periodo transitorio al 31 ottobre (probabilmente scatterà dalla conversione in legge del Dl), è stato accolto un emendamento del Pd che esclude dall’applicazione delle nuove norme il lavoro domestico: «Abbiamo convinto Lega e M5S a cambiare parere sul pagamento del contributo aggiuntivo per i datori di lavoro di colf, badanti e baby-sitter», esulta Debora Serracchiani (Pd).
La disciplina della somministrazione è equiparata a quella dei contratti a termine, ma è stata accolta l’esenzione dallo “stop and go” – la pausa tra un contratto e l’altro -, inoltre la causale è posta in capo all’azienda utilizzatrice. Un emendamento dei relatori Giulio Centemero (Lega) e Davide Tripiedi (M5s) introduce «salvo diversa previsione dai contratti collettivi applicati dall’utilizzatore» il limite del 30% al ricorso al contratto a tempo determinato e alla somministrazione. Per la somministrazione fraudolenta si ripristinano multe di 20 euro al giorno. L’indennità minima e massima per licenziamento illegittimo sale, rispettivamente a 6 e 36 mensilità, è stato accolto un emendamento del Pd che aumenta l’indennità per chi sceglie la strada della conciliazione (la minima sale a 3 mensilità la massima a 27). Salta, invece, il tetto dei 36 mesi per i contratti a tempo determinato della scuola.
Quanto all’incentivo alla stabilizzazione, per le assunzioni incentivate con il taglio del 50% dei contributi, l’attuale soglia sotto i 35 anni che dal 2019 sarebbe scesa sotto i 30 anni, viene confermata per il prossimo biennio, con le coperture individuate dall’aumento a partire dal 2019 del prelievo sui giochi.
Il via libera all’emendamento della maggioranza sul contratto di prestazione occasionale, i cosiddetti nuovi voucher, è stato accolto con molti mal di pancia dai deputati M5S: si applica all’agricoltura (i prestatori devono autocertificare sulla piattaforma Inps la non iscrizione nell’anno precedente negli elenchi dei lavoratori agricoli), alle aziende alberghiere e alle strutture ricettive che operano nel turismo che hanno fino a 8 dipendenti, e agli enti locali. Il nuovo Presto è utilizzabile per un arco temporale fino a 10 giorni, più lungo dell’attuale (3 giorni)
Le commissioni hanno anche approvato un emendamento presentato da Simone Baldelli (Fi) sulle compensazioni delle cartelle esattoriali per imprese e professionisti titolari di crediti di pagamento da parte delle Pa per il solo 2018: «Dopo un iniziale parere contrario della maggioranza – spiega Baldelli – l’emendamento è stato riformulato. Ma in Aula riproporrò l’estensione della compensazione ai prossimi anni».
Sul capitolo delocalizzazioni, un emendamento Lega-M5S approvato stabilisce che le somme incassate con sanzioni alle imprese che delocalizzano dopo aver ottenuto aiuti di Stato, sono utilizzate per finanziare contratti di sviluppo per la riconversione del sito produttivo in disuso proprio a causa della delocalizzazione, eventualmente anche sostenendo l’acquisizione da parte degli ex dipendenti. Un’altra proposta di modifica accolta, del Pd, puntualizza la definizione: non si fa più riferimento al trasferimento di “attività economica” ma a quello di “attività economica specificatamente incentivata”. Si circoscrive così l’impatto della norma anti-delocalizzazioni. La vecchia formulazione in punto di diritto avrebbe potuto impedire – pena la revoca degli incentivi pubblici – anche attività come l’acquisto di beni o servizi all’estero non correlati alla produzione incentivata.

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