BUSINESS CLASS BY AMERICAN EXPRESS

Approfondimenti e spunti per far crescere il tuo business.

Industria al palo, mini ripresa nel 2020

Finanza e Pagamenti

27 Dicembre 2019

American Express

Novecento miliardi. Soglia interessante solo in termini simbolici, tuttavia, perché anche se i ricavi dell’industria riusciranno a superarla nel 2019, il passo avanti sarà minimo: appena lo 0,4% in valori correnti, la metà tenendo conto dell’inflazione.
 
 
Risultati, quelli presentati nel rapporto-analisi dei settori industriali di Intesa Sanpaolo e Prometeia, lontani anni luce dalle performance precedenti, che ancora nel 2017 vedevano la manifattura scattare in avanti di oltre tre punti.
 
 
Difficile del resto fare meglio, in un contesto che oltreconfine vede tensioni crescenti in termini geopolitici e commerciali mentre a casa nostra a mancare all’appello sono gli investimenti. Scenario non brillante, che tuttavia trova le imprese italiane meglio attrezzate rispetto al passato. «L’irrobustimento è evidente sotto più aspetti – osserva il chief economist di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice – perché oggi vediamo in media aziende meno indebitate, con una redditività crescente e livelli di liquidità importanti sui conti bancari. Il che, tuttavia, segnala anche una grande incertezza nelle scelte di investimento».
 
 
Incertezza acuita nella fase attuale non solo dalle difficoltà della domanda interna ma anche dal rallentamento del commercio internazionale. Che coinvolge numerose aree e in particolare il nostro primo partner: la Germania. Frenata in particolare dalla caduta della produzione di auto (-11% nei 9 mesi), che oltre a zavorrare l’intera economia di Berlino (l’auto vale il 21% del valore aggiunto manifatturiero tedesco) genera ampie ricadute negative nella componentistica tricolore.
 
 
Ponendo a 100 il valore aggiunto dell’auto tedesca l’Italia è infatti al primo posto tra i singoli paesi “contributori”, con una quota media del 2,4% che supera quella di Francia, Polonia, Cina e Stati Uniti. Livello complessivo che per singoli settori è decisamente più elevato: sale al 5,6% per la filiera dei metalli, al 6,8% nella meccanica, supera il 17% nell’area dei tessuti e della pelle, davanti agli stessi componentisi tedeschi. Se limitiamo l’analisi al solo settore auto in effetti l’impatto per l’Italia è potenzialmente pesante, con le vetture tedesche a valere in media il 20% del valore aggiunto rispetto al totale dell’automotive mondiale.
 
 
Se lavori solo in quel comparto, in sintesi, un quinto del tuo mercato in questo momento sta rallentando in modo evidente, solo per effetto di ciò che accade a Berlino. L’auto, tuttavia, non esaurisce i settori di sbocco dei nostri produttori e allargando lo sguardo all’intero mercato mondiale, per tutti i settori produttivi, si scopre in realtà un impatto molto meno marcato, con l’auto tedesca a rappresentare in questo caso in media l’1% del nostro valore aggiunto. Solo nella filiera della metallurgia si arriva a livelli più elevati, non superando tuttavia la soglia del 2%. Diversificazione produttiva e geografica che consente agli analisti di guardare al futuro con una relativa dose di ottimismo, ipotizzando per il 2020 una crescita dei ricavi industriali dell’1,1% a valori costanti. Un balzo rispetto al 2019, anche se quasi la metà rispetto alla performance realizzata nel periodo 2014-2018.
 
 
Farmaceutica, elettrotecnica e largo consumo sono visti come i tre settori più promettenti, mentre in coda alla classifica, pur con performance positive, troviamo alimentari, sistema moda ed elettrodomestici. Uno scenario mediamente positivo che presuppone tuttavia uno stop all’escalation delle schermaglie commerciali che coinvolgono Stati Uniti, Cina ed Europa. L’export potrà così continuare ad essere un motore di crescita e nelle previsioni sarà in grado di progredire del 2,4%, sviluppando nel 2020 un avanzo commerciale vicino ai 94 miliardi di euro. «I dazi certo non aiutano – spiega la partner di Prometeia Alessandra Lanza – ma va detto che le nostre produzioni si concentrano in nicchie di alta qualità, dove la difesa delle quote di mercato può essere più agevole, anche se la pressione sui margini si farà sentire».
 
 
Redditività che ad ogni modo per l’industria continua a mantenersi su livelli positivi, con margini operativi lordi sistematicamente superiori al 9%.

ARTICOLI CORRELATI

Che cos'è la gestione del capitale circolante? 5 consigli per il tuo business
Finanza e Pagamenti
Che cos’è la gestione del capitale circolante? 5 consigli per il tuo business

Ecco come le piccole imprese possono impostare una strategia di gestione del capitale circolante per aiutare l’azienda a crescere. Rendere la propria azienda redditizia è …

#gestione del capitale circolante #previsionale sul flusso di cassa #Strategia di crescita per le PMI
7 modi per incrementare il profitto
Finanza e Pagamenti
7 modi per aumentare i profitti di un’azienda

Ecco i consigli di esperti e imprenditori che, grazie ad alcune tattiche, sono riusciti a far aumentare la redditività e i margini di profitto. Gestire …

#migliorare la redditività #strategia di prezzo #strategie per incrementare il profitto
Utile operativo ecco come calcolarlo
Finanza e Pagamenti
Utile operativo: ecco come calcolarlo

L’utile operativo si ottiene applicando una semplice formula, ed è necessario per valutare il risultato della gestione operativa di un’azienda. Il calcolo dell’utile operativo  – …

#monitoraggio dei costi operativi #redditività aziendale #utile operativo
1 2 3 4 52