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Il riconoscimento facciale può rappresentare un rischio per i diritti umani, ma anche per le aziende. Ecco i vantaggi di un uso etico dei dati.
L’Intelligenza Artificiale e le tecnologie di riconoscimento facciale stanno rivoluzionando le nostre vite. Ormai sono diffuse in tutti gli ambiti: dalla polizia, che le utilizza per rintracciare persone ricercate, fino ai telefonini che si sbloccano con la scansione del nostro viso.
I vantaggi per le aziende
In ambito aziendale le tecnologie di riconoscimento facciale possono avere molteplici utilizzi: per esempio, sostituire i lettori di badge nella rilevazione presenze del personale dipendente e prevenire incidenti sul lavoro grazie all’individuazione di comportamenti scorretti.
In seguito all’emergenza Covid, varie aziende si sono dotate di dispositivi che rilevano a distanza la temperatura corporea, avvisano con un suono se entra qualcuno senza mascherina e creano database di volti, utili a identificare istantaneamente le facce dei visitatori “indesiderati” preregistrati e identificare chi entra senza autorizzazione nelle aree ad accesso limitato. In pratica, a ogni tentativo di accesso non autorizzato un allarme avvisa il sistema di videosorveglianza, che richiama immediatamente il personale nelle aree interessate.
Grazie alla capacità dei software di riconoscere con precisione sesso, età e stati d’animo, a breve potremo vedere prezzi personalizzati in base al compratore e le aziende potranno posizionare la merce sugli scaffali secondo un ordine ben preciso.
Un rischio per i diritti umani
L’utilizzo dei dati biometrici può, però, rappresentare un rischio per i diritti umani. Per esempio, è capitato che l’intelligenza artificiale addestrata con dati frutto di tendenze discriminatorie – come le percentuali di assunzione in base al sesso o i tassi di recidiva criminale associati alla nazione di provenienza – abbia dato risultati che perpetuavano i pregiudizi, con conseguente danno per l’immagine delle aziende che vi si erano affidate.
I limiti posti dal Regolamento europeo
Ad aprile, la Commissione Europea ha varato un Regolamento sull’approccio all’Intelligenza Artificiale. Nel testo, i prodotti che utilizzano queste tecnologie sono classificati in base al rischio di impatto negativo su diritti fondamentali come la dignità umana, la libertà, l’uguaglianza, la democrazia, il diritto alla non discriminazione, la protezione dei dati, la salute e la sicurezza. Più il prodotto può mettere in pericolo questi diritti, più severe sono le misure adottate per eliminare o mitigarne l’impatto negativo.
Il riconoscimento facciale non è stato vietato, ma è previsto il divieto di sistemi di sorveglianza generalizzata della popolazione e l’utilizzo per manipolare il comportamento, le opinioni o le decisioni dei cittadini.
Previste multe per le aziende
Le aziende che utilizzano sistemi di Intelligenza Artificiale e che non si conformano alle norme UE potrebbero ricevere multe fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del loro fatturato, in linea con le sanzioni previste dal GDPR, il Regolamento Europeo per la tutela dei dati personali del 2018.
Attenzione ai rischi finanziari
Le multe, però, non sono l’unico rischio per le imprese. “Il problema più grande legato allo sviluppo del riconoscimento facciale è la scarsa trasparenza”, dice Sophie Deleuze, Lead ESG Analyst, Stewardship di Candriam, gestore globale multi-asset con focus su investimenti sostenibili e responsabili. “Senza chiarezza, questa tecnologia comporta rischi per le aziende che la sviluppano, che la vendono o che la utilizzano. Si tratta di rischi che possono riguardare la reputazione aziendale o essere di natura operativa e finanziaria, come dimostrano l’aumento dei casi di multe, divieti e inserimento in apposite blacklist”.
Una campagna in difesa dei diritti umani
Candriam ha lanciato un’iniziativa sottoscritta da 50 firmatari per aprire un dialogo con le aziende che sviluppano o utilizzano tecnologie di riconoscimento facciale e dare la priorità ai diritti umani. Alla base del programma c’è la necessità di garantire un utilizzo etico dei dati e delle tecnologie. La campagna, che durerà due anni, chiede una gestione del rischio adeguata e maggiore trasparenza da parte delle aziende.
L’impegno di American Express per la sicurezza dei propri Titolari
American Express è da sempre impegnata a salvaguardare la privacy dei propri clienti e si è subito adeguata con la trasparenza che la contraddistingue alle nuove norme del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). Inoltre, ha provveduto per tempo a informare le aziende partner straniere sulle nuove norme europee sulla gestione dei dati. Con lo stesso impegno, American Express garantisce alle aziende la sicurezza delle proprie operazioni. Le Carte Corporate American Express, infatti, permettono di potenziare il proprio business gestendo con semplicità le operazioni correnti, le spese per meeting ed eventi aziendali e anche le trasferte di lavoro.