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Uno dei tanti paradossi di oggi: il lavoro diventa sempre più “smart”, flessibile, apolide e cosmopolita ma, al tempo stesso e forse proprio per questo, il contatto con i colleghi, lo scambio di opinioni, i momenti di condivisione e confronto assumono un valore sempre più prezioso, che necessita spazi e tempi dedicati.
È la «versione 3.0» dell’ufficio – come suggerisce una ricerca realizzata da Accenture per Nespresso presentata a Milano– che va oltre l’ufficio tradizionale, in cui l’azienda era fulcro e protagonista di tutto, ma anche oltre la smaterializzazione dei rapporti e dei luoghi introdotta dalle nuove forme di lavoro agile. Le persone – i lavoratori – oggi si riappropriano degli spazi aziendali e li fanno propri, promuovendoli a luoghi della condivisione e dello scambio sociale e professionale. Nelle aziende più innovative, l’atmosfera si fa domestica e informale, per stimolare la creatività e la produttività. Tra le postazioni di lavoro si fanno spazio le aree verdi, i luoghi per le pause e l’intrattenimento(che secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano in passato coprivano l’85% dello spazio nelle aziende), in una logica anti-gerarchica che elimina i confini netti e rende gli ambienti liquidi, favorevoli alla contaminazione. È in questo contesto che anche il vecchio rito del caffé – momento imprescindibile nella giornata di ogni lavoratore nei cinque continenti, colletto bianco o tuta blu, manager o impiegato, Millenials o Babyboomers – trova una nuova espressione. La pausa caffè non è né di destra né di sinistra, per dirla con Giorgio Gaber, e come poche altre cose incarna l’idea di condivisione e relazione all’interno di una comunità. Archiviati i vecchi distributori, un po’ tristi e malfunzionanti, che erogavano cibi e bevande dal colore e sapore indecifrabile, lo spazio del «coffee-break» è sempre più spesso un luogo accogliente, curato, ingentilito da soluzioni tecnologiche e di design. Un investimento, da parte delle aziende, che però ripaga. Il caffè – rileva la ricerca di Accenture che ha incrociato diverse fonti e coinvolto manager e dipendenti di numerose società italiane e multinazionali con sede nel territorio milanese – rappresenta un appuntamento irrinunciabile della giornata lavorativa. Il 70% degli intervistati afferma di bere due caffè al giorno durante l’orario di lavoro e il 98% è convinto che un caffè «di qualità» aiuti il benessere in ufficio.
La pausa caffè «assume il nuovo ruolo di facilitatore nella socializzazione e nel processo creativo, diventando un’occasione di condivisione di esperienze – conferma Stefano Goglio, direttore generale di Nespresso –. Per questo da anni presidiamo, con le nostre macchine e le nostre miscele, il mondo degli uffici, cercando di cogliere i cambiamenti che il mondo del lavoro sta vivendo». Negli «Uffici 3.0» assumono un valore crescente fattori come la sostenibilità ambientale, la salute e il benessere, la qualità di cibi e bevande. «Le nostre nuove macchine sono state ideate appositamente per rispondere alle esigenze che stanno emergendo all’interno di realtà aziendali di tutte le dimensioni – conclude Goglio – e che rappresentano il punto di partenza per dare vita al workplace del futuro».