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Sono le Pmi e non le grandi aziende ad aver approfittato maggiormente dello strumento dell’iper-ammortamento nell’ambito della Digital transformation. Lo rivela il rapporto 2019 realizzato dal Centro Studi di Confindustria intitolato “Dove va l’Industria italiana”. Nel solo 2017, primo anno di attivazione dell’agevolazione fiscale, sono stati investiti dalle imprese italiane 10,01 miliardi di euro in macchinari e attrezzature 4.0.
A questi vanno aggiunti oltre 3,3 miliardi di investimenti in beni immateriali: 13,32 miliardi in tutto, superiori ai 12 miliardi che il Governo aveva allora scritto nella relazione tecnica della legge di bilancio. Sono all’incirca mille le imprese che hanno fruito contemporaneamente delle due forme di agevolazione (il 250 sui beni materiali e il 140% su quelli immateriali). Queste 1000 imprese corrispondono al 13% di quelle che hanno investito in beni strumentali materiali (e fin qui ci siamo) e solo al 6% di quelle che hanno invece investito in beni strumentali immateriali: questo 6% di imprese si è reso protagonista di investimenti in software per una cifra pari al 12% dell’ammontare complessivamente investito. Il 96% di quanti hanno beneficiato della misura fiscale – a cui corrisponde il 66% degli investimenti totali incentivati – è composto da imprese con meno di 250 dipendenti, ossia piccole e medie imprese. Il 35% degli investimenti 4.0 è addirittura riferibile a imprese con meno di 50 addetti.
L’analisi di Confindustria mette in evidenza altre forti tendenze: innanzitutto, oltre l’80% delle imprese agevolate appartiene al settore manifatturiero. In testa, il comparto dei prodotti in metallo (26% degli investimenti totali in macchinari e attrezzature 4.0), davanti a meccanica strumentale e chimica (entrambe al 9%). L’iperammortamento è stato utilizzato in netta prevalenza da imprese con sede nel Nord Italia (86% degli investimenti). In particolare, la Lombardia svetta (35%), davanti a Veneto (17%), e all’Emilia-Romagna (16%). Su livelli molto bassi d’investimento tutte le regioni meridionali, la Sicilia è l’unica parziale eccezione: con una quota di investimenti agevolati del 3% sul totale, si colloca, al pari del Friuli-Venezia Giulia, nella parte un po’ più alta della classifica.
“L’iperammortamento è stata senza dubbio la principale misura con cui il Governo italiano ha sostenuto gli investimenti in beni strumentali per la trasformazione digitale delle imprese – ha sottolineato Alessandro Spada, vicepresidente di Assolombarda – Una misura colta e utilizzata in prevalenza da imprese manifatturiere, soprattutto metalmeccaniche, di piccola e media dimensione, e localizzate nel Nord Italia”.