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Anche i competence center e i centri di trasferimento tecnologico potranno fornire i manager dell’innovazione che le Pmi possono introdurre in azienda per favorire la digitalizzazione 4.0 sfruttando i voucher previsti dall’ultima manovra (con un sostegno a fondo perduto dai 20mila agli 80mila euro). Mentre le società che vogliono fornire gli innovation manager – preventivamente «accreditate» come consulenti in innovazione (così come le persone fisiche che dovranno avere anche titoli di studio o esperienza sul campo) – potranno fornire non più di 10 nomi per l’apposito elenco da cui le imprese potranno attingere per assoldare questi superconsulenti 4.0 da inserire «temporaneamente, con un contratto di consulenza di durata non inferiore a sei mesi». Queste alcune delle norme contenute nella bozza del decreto del ministero dello Sviluppo economico che fissa requisiti e paletti per accedere ai voucher per gli innovation manager previsti dalla legge di Bilancio. Il decreto è pronto e dopo il lavoro dei tecnici è stato consegnato al gabinetto del ministro Luigi Di Maio che, a meno di ulteriori scogli, potrebbe firmarlo già nei prossimi giorni.
Il decreto innanzitutto fissa i requisiti per le Pmi beneficiarie: dalla definizione di micro, piccola e media alle cause di esclusione (stato di fallimento, liquidazione). Nel testo vengono indicati con particolare dettaglio anche i paletti per le reti d’impresa che nel contratto di rete dovranno prevedere chiaramente il piano comune di digitalizzazione con il ricorso alle «tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0» o allo sviluppo di« processi innovativi in materia di organizzazione, pianificazione e gestione delle attività, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali». Il contratto di rete deve prevedere anche un minimo di imprese che dovrà essere «non inferiore a tre».
Il decreto definisce anche i requisiti per potersi iscrivere all’elenco delle società e dei manager qualificati abilitati allo svolgimento degli incarichi manageriali (un successivo provvedimento del direttore generale della politica industriale del Mise entro 30 giorni definirà modalità e termini per la domanda di iscrizione all’elenco).
Le società di consulenza che forniranno i manager dell’innovazione – con sede in Italia e iscritte al registro delle imprese – dovranno essere innanzitutto costituite nella forma di società di capitali; non essere sottoposte a procedura concorsuale e non trovarsi in stato di fallimento, liquidazione anche volontaria, amministrazione controllata, di concordato preventivo e non aver subito condanne. Ma soprattutto dovranno essere «accreditate negli albi o elenchi dei consulenti in innovazione istituiti presso le associazioni di rappresentanza dei manager o presso le organizzazioni partecipate pariteticamente da queste ultime e da associazioni di rappresentanza datoriali», oppure presso Regioni che erogano contributi con le stesse finalità. Come detto le società di consulenza nel momento dell’iscrizione all’elenco potranno indicare «fino a un massimo di dieci nominativi» e potranno fare domanda anche competence center e centri di trasferimento.
Anche le persone fisiche potranno iscriversi all’elenco a patto che siano anche loro accreditati in albi o elenchi dei manager dell’innovazione istituiti presso Unioncamere, associazioni di rappresentanza dei manager e organizzazioni partecipate pariteticamente da quest’ultime e da associazioni datoriali oltre che in analoghi elenchi delle Regioni. Dovranno anche avere un titolo di dottore di ricerca o di master universitario di secondo livello in gestione, management o ingegneria dell’innovazione. Potrà iscriversi nell’elenco anche chi ha già acquisito l’esperienza sul campo nei settori 4.0 (dai 2 ai 5 anni se si è avuta la qualifica di dirigente).