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Le vendite all’asta, a livello globale, sono aumentate dell’8,8% rispetto all’anno precedente. I lotti hanno raggiunto la cifra record di 326.00 unità. Ed è rimasto costante l’interesse per i Non Fungible Token (NFT). Il marketplace principale? Si conferma New York
Il mercato dell’arte non conosce crisi. I dati recentemente diffusi da Artprice, database francese di prezzi d’arte online creato nel 1987, ad esempio, confermano che il periodo compreso tra gennaio e giugno 2022 ha rappresentato il 5° primo semestre più redditizio di sempre. Il fatturato globale delle vendite all’asta è aumentato dell’8,8%. Sono stati battuti 326.000 lotti, grazie alla commistione tra i due canali di vendita fisico e digitale. E si è registrato un crescente entusiasmo soprattutto per le opere di artisti della seconda metà del XX secolo e dell’inizio del XXI secolo.
Gli Stati Uniti (+42% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e il Regno Unito (+26%) hanno trainato la crescita. New York è stato il principale marketplace del mondo, con un fatturato di 3,27 miliardi di dollari. Mentre le due case d’asta americane, Christie’s e Sotheby’s, hanno confermato la loro leadership nel settore con il 38% del fatturato globale.
La principale novità riguarda il sempre crescente interesse verso gli NFT, cioè i Non Fungible Token che stanno alla base dell’arte crittografica. Di fatto, si tratta di speciali tipi di token che rappresentano l’atto di proprietà univoco e il certificato di autenticità di un unico bene. Nel corso del primo semestre ne sono stati venduti all’asta ben 180, per un valore complessivo di 8,5 milioni di dollari. Questo nuovo mercato richiede però una maggiore trasparenza e quindi di controlli. È quanto si propone Christie’s con il nuovo marketplace 3.0: i creatori di NFT ad alto prezzo messi all’asta su questa nuova piattaforma saranno in grado di monitorare dove finiscono esattamente le loro preziose opere digitali.
A cura di OFNetwork