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Minibond e prestiti alle imprese Sinergia tra fondi Ue e finanza

Finanza e Pagamenti

03 Giugno 2019

American Express

L’obiettivo è fare di più con meno, snellendo passaggi e burocrazia e creando una sinergia tra i fondi della politica di coesione (cioè quelli per promuovere lo sviluppo e ridurre le disparità economiche e sociali) e il “vecchio” piano Juncker – che dal 2021 si chiamerà InvestEU – e, più di prima, parlerà alle Pmi, alla crescita dell’occupazione, alla ricerca per fare innovazione e alle infrastrutture (ma solo a patto che siano sostenibili e vadano nella direzione di ridurre l’impatto sul clima). L’innesto degli strumenti finanziari nella nuova politica di coesione è una delle novità più interessanti del prossimo Bilancio 2021-2027 votato dall’Europarlamento prima di Pasqua e che dovrebbe essere approvato dai colegislastori (Europarlamento e Consiglio) entro l’anno per una definitiva adozione nel 2020. Se ne è parlato in Finlombarda (finanziaria di Regione Lombardia per l’attuazione dei programmi regionali di sviluppo), affrontando una riflessione sullo stato dell’arte dei fondi Ue e le prospettive d’uso degli strumenti finanziari.
 
 
I vasi comunicanti
Due vasi sinora non comunicanti che entrano, per la prima volta, in contatto. Il programma InvestEU – che intende mobilitare la cifra record di 650 miliardi di euro – riunirà in un’unica entità il Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi/Feis) insieme ad altri 13 strumenti finanziari che allo stato attuale contribuiscono al piano di sostegno allo sviluppo all’interno dell’Unione europea. Non solo. «Il Fondo InvestEu – ha sottolineato Erik von Breska, dg della Politica regionale –, avrà anche un comparto degli Stati membri per ciascun settore di intervento, il che significa che gli Stati membri, su base volontaria, possono aumentare la copertura della garanzia dell’Ue, convogliando fino al 5% dei loro fondi della politica di coesione in tale comparto». Così facendo, i Paesi potranno beneficiare della garanzia dell’Unione e del suo elevato merito di credito, aumentando la potenza di fuoco degli investimenti nazionali e regionali.
 
 
La nuova politica di coesione
Per il periodo 2021-2027 la politica di coesione per l’Italia – proposta dalla Commissione – sarà di 43,2 miliardi. Di questi, 27,4 saranno la “dote” del Fondo europeo regionale di sviluppo, 15 miliardi del Fondo sociale europeo Plus e 0,8 miliardi per la cooperazione territoriale.  I Fondi regionali saranno ripartiti su diversi capitoli: ricerca, innovazione e trasformazione digitale (12,3 miliardi), sostegno a progetti di impresa e”green” e sostenibilità ambientale (8,2 miliardi), sviluppo urbano (1,6 miliardi). Secondo la Commissione Ue, «gli strumenti finanziari per la politica di coesione dovrebbero intervenire in materia di fallimento del mercato, per migliorare l’accesso al credito per le imprese attenuando le asimmetrie informative e i rischi per gli intermediari, anche nel rispetto della legislazione europea».
 
 
Dal minibond in Puglia a “ Al Via”
Nei mesi scorsi la Regione Puglia ha costituito un “fondo minibond” gestito da Puglia Sviluppo per sostenere i piani di crescita delle Pmi del territorio. Sempre Puglia Sviluppo, gestore del fondo minibond, seleziona l’operatore finanziario che costituisce il portafoglio di minibond (prestiti obbligazionari di nuova emissione con durata massima di 7 anni, tra i 2 e i 10 milioni di euro). In pratica, il “veicolo” creato acquista i minibond emessi dalle imprese. Regione Puglia, oltre che come co-investitore, interviene sia con una garanzia sulle “prime perdite” del portafoglio di minibond sia con sovvenzioni dirette ad abbattere i costi di emissione dei minibond. La dotazione finanziaria dello strumento è di 40 milioni di euro, in grado di sviluppare, con l’apporto di risorse private, fino a 100 milioni di euro di nuovi minibond.
Tuttavia, è la Lombardia la Regione con il plafond più ampio dedicato alla strumentazione finanziaria con una quota del 19,4% sul totale delle risorse programmate nel periodo 2014-2020 dalle Regioni italiane per gli strumenti finanziari (2,3 miliardi). Così è nato “Al via”, sinora l’unico esempio di prodotto finanziario “combinato” attivando risorse proprie di Finlombarda su provvista della Bei, risorse di banche private, risorse Ue per i contributi a fondo perduto e garanzie regionali. In questo modo, si finanziano i nuovi investimenti produttivi delle Pmi (manifatturiero, costruzioni, trasporti, servizi alle imprese) e delle imprese agromeccaniche fino al 100% delle spese per l’acquisto di impianti, macchinari, attrezzature, arredi nuovi di fabbrica, software e hardware, marchi, brevetti e licenze di produzione (tra 53mila e 3 milioni di euro). Uno strumento finanziario recente rifinanziato per la terza volta. Lo sportello chiude il prossimo 31 dicembre.

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