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Nel 2050 faremo davvero turismo nello spazio?

Business Travel

26 Settembre 2019

American Express

Da sempre l’umanità è alla ricerca di nuove forme di mobilità, che a seconda dei casi devono essere più efficienti, più veloci o più sostenibili rispetto allo status quo, oppure che si dimostrino capaci di condurci in luoghi inesplorati e ancora irraggiungibili. Se oggi il ventaglio di mezzi di trasporto a disposizione è più ampio che mai – dal cielo all’acqua, passando per infinite possibilità su gomma e su rotaia – si stanno affacciando sul mercato soluzioni hi-tech dalle ottime potenzialità, che ad esempio promettono di aprire le porte del turismo spaziale, o di farci viaggiare per strada senza la necessità di un conducente, o ancora di farci spostare in pochi minuti tra città distanti centinaia di chilometri. Ed è un tema straordinariamente ampio, che in un sol colpo avrà impatto sulla nostra quotidianità lavorativa, sul nostro modo di concepire una vacanza e su tutto il mondo imprenditoriale e occupazionale che oggi, in larga parte, si fonda ancora su modelli di mobilità nati e sviluppati nel secolo scorso.
 
 
Uno sguardo sui trasporti del 21esimo secolo
 
Se pensiamo ai modi in cui l’innovazione tecnologica si sta applicando al mondo dei trasporti, gli esempi sono numerosissimi. Anzitutto l’automobile self-driving, di cui ormai tutti parlano per almeno due motivi: i sistemi di guida assistita si fanno sempre più avanzati, e ci si sta preparando a gestire il ripensamento della funzione stessa dell’automobile come luogo dove trascorrere parte della giornata, nonché come oggetto da normare in modo opportuno.
 
Ma se questo non modificherà più tanto i tempi necessari per gli spostamenti, ad accelerare i nostri viaggi ci stanno pensando i progetti hyperloop, che vorrebbero farci muovere all’interno di capsule sparate a qualche centinaio di chilometri orari in tubi a bassa pressione. Un concept di trasporto ideato per primo dall’imprenditore visionario Elon Musk, ma su cui oltre alla sua Hyperloop One si stanno concentrando altre aziende come Hyperloop Transportation Technologies, TransPod, Delft Hyperloop e The Boring Company. Tra le prime tratte a essere costruite si parla anche di una italiana, che collegherebbe Milano con Torino.
 
Il filone più interessante di tutti, e che più stimola l’indole umana da esploratore, è senz’altro quello dello Spazio. Se i viaggi sulla Luna o addirittura su Marte sono ancora appannaggio esclusivo degli astronauti, per gli aspiranti turisti spaziali sono in arrivo alcune soluzioni soddisfacenti. Da citare sono anzitutto gli spazio-plani di Richard Brenson e della sua Virgin Galactic, con i quali si vogliono realizzare voli suborbitali e orbitali in cui (per qualche minuto) i passeggeri possano sperimentare l’assenza di gravità e osservare la Terra dall’alto. Con un progetto molto simile si stanno completando i lavori anche alla Blue Origin, la compagnia spaziale del Ceo di Amazon Jeff Besoz.
 
 
Il giusto entusiasmo
 
Quando si racconta dei trasporti del futuro, spesso si oscilla tra previsioni trionfali di grandi novità alle porte e catastrofismi in cui si preannunciano disoccupazione e problemi a non finire. Ma quanto c’è di vero? Per quanto riguarda le tempistiche, è innegabile che i progressi siano continui, ma le stime di qualche anno fa si sono rivelate troppo ottimiste. Per la guida autonoma si pronosticava di un veicolo Tesla senza pilota già per il 2017, mentre oggi si è rinviato al 2021 e secondo alcuni servirà ulteriore tempo per completare i test di sicurezza e gli adeguamenti normativi.
 
Hyperloop potrebbe invece arrivare per primo, tanto che già entro pochi mesi dovrebbero essere in funzione capsule e mini-tratte sperimentali. Restano invece alcuni dubbi da dipanare riguardo alle peculiarità del sistema (impossibilità di assistere un passeggero mentre è in viaggio, protezione dei tubi da disallineamenti o sabotaggi,…) e alla sostenibilità economica degli impianti.
 
Il turismo spaziale, infine, per certi versi è già realtà. Dopo che Dennis Tito – un privato cittadino – nel 2001 visitò la Stazione Spaziale Internazionale per la modica cifra di 20 milioni di euro, seguito da altre 6 persone negli 8 anni successivi, ora è stata annunciata la ripresa dei viaggi a partire dall’anno prossimo, a 58 milioni di euro per il trasporto e 35mila per vitto e alloggio in orbita. Molto più modeste invece le cifre del tariffario della Virgin Galactic, che stima il prezzo di un biglietto per una breve esperienza di volo in condizioni di micro-gravità tra i 200mila e i 250mila dollari.
 
 
Come cambia il business dei trasporti
 
Quello della perdita dei posti di lavoro è un falso mito: si stima, al contrario, che le nuove tecnologie comporteranno nel complesso un aumento dei lavoratori necessari, nonostante alcune categorie (autisti, camionisti, bigliettai,…) rischino a breve di essere ridimensionate. In parallelo ai trasporti futuristici, già oggi si sta assistendo a un doppio cambio di paradigma. Da una parte il fenomeno della condivisione, che attraverso le iniziative di car sharing, scooter sharing e boat sharing sta ribaltando i modelli di business di interi comparti. E dall’altra la proliferazione dei piccoli mezzi di trasporto elettrici urbani, che al di là delle questioni normative sembrano pronti per diventare la scelta preferenziale per i piccoli spostamenti quotidiani nei centri città a traffico limitato.

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