BUSINESS CLASS BY AMERICAN EXPRESS

Approfondimenti e spunti per far crescere il tuo business.

Nuovi poveri. I drammatici effetti della crisi energetica

Rubrica economica

03 Ottobre 2022

American Express

Sono almeno 9 milioni gli italiani a rischio, secondo una stima per difetto. Nel mondo 71 milioni di persone sono cadute in povertà in soli tre mesi (da marzo 2022). Con un tasso di crescita molto più veloce rispetto a quello registrato durante la pandemia. Il servizio sanitario britannico (Nhs) ha recentemente parlato di una possibile “crisi umanitaria”. E mentre le classi più svantaggiate vedono peggiorare la loro situazione, famiglie, piccoli imprenditori, professionisti in generale, vale a dire il cosiddetto ceto medio, perdono potere d’acquisto e capacità di risparmio. Ecco le soluzioni di cui si discute

I ricercatori la chiamano “povertà energetica”. E anche se ancora non è stata coniata una definizione comune per definirla in concreto, questa locuzione viene utilizzata per indicare la nuova condizione di estrema difficoltà che le famiglie, i piccoli imprenditori, i professionisti in genere devono affrontare a causa dell’aumento esponenziale dei costi dell’energia, del gas e di molte delle principali materie prime.

“Povertà energetica” significa molte cose: non solo, descrive una riduzione concreta del potere d’acquisto, ma rileva direttamente anche l’aggravarsi di situazioni economiche svantaggiate, dove sempre più spesso si fatica a procurarsi un paniere minimo, considerato necessario alla sussistenza, di beni e servizi energetici. Quelli, cioè, da utilizzare per il riscaldamento, il raffreddamento e l’illuminazione di abitazioni e attività commerciali. Il risultato della povertà energetica è che fasce del cosiddetto ceto medio scendono dunque sotto lo standard di uno stile di vita considerato dignitoso.

L’impennata delle bollette

Un recente report redatto dalla banca d’affari americana Goldman Sachs e relativo alla crisi energetica europea (ma con un focus particolare sull’Italia), è tranchant: i mercati stanno sottostimando le conseguenze provocate da questo eccessivo rimbalzo dei prezzi che, nel lungo periodo, potrebbero rivelarsi persino peggiori di quelle della crisi petrolifera degli anni ’70. Dati alla mano, scrivono gli analisti dell’istituto statunitense, nel 2023 le famiglie italiane potrebbero arrivare a ricevere bollette fino a quasi 500 euro al mese. Ma qualora si verificasse lo scenario peggiore, vale a dire la totale interruzione dei flussi di gas provenienti dalla Russia, l’esborso supererebbe anche i 590 euro al mese per energia e gas.

Estendendo l’analisi a tutta Europa, poi, la stima assume proporzioni ancora più scioccanti: serviranno 4mila miliardi di euro in più rispetto al 2021 per riscaldare e illuminare le abitazioni europee, pari a circa il 30% dell’intero Pil dell’Unione.

Crisi umanitaria

Anche l’UNDP, il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo che opera in oltre 170 Paesi e territori con l’obiettivo di eliminare la povertà e ridurre le disuguaglianze, ha già lanciato un allarme: l’instabilità dei prezzi delle materie prime renderà la vita delle persone povere ancora più vulnerabile. Estendendo, contestualmente, il livello di povertà a una platea potenzialmente più elevata, che attualmente si colloca nel cosiddetto ceto medio. L’analisi non considera solo l’aumento di prezzo degli energetici ma anche quello dei beni alimentari e dei fertilizzanti che sta costringendo gli agricoltori a ridurre la produzione. Secondo il rapporto pubblicato a inizio luglio, infatti, sono 71 milioni le persone nel mondo già cadute in povertà in soli tre mesi (da marzo 2022). Con un tasso di crescita molto più veloce rispetto a quello registrato durante la pandemia.

Nel Regno Unito il servizio sanitario britannico (Nhs) ha recentemente parlato di una possibile “crisi umanitaria” direttamente collegata all’aumento dei prezzi dell’energia. Gli esperti, infatti, ritengono che l’impennata che colpirà le famiglie durante l’inverno porterà a un numero senza precedenti di persone che si troveranno nella situazione di non poter riscaldare le loro case. Con un sostanziale aumento dei decessi.

In Italia, la Cgia di Mestre ha elaborato gli ultimi dati disponibili contenuti nel Rapporto Oipe 2021 redatto dall’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica, arrivando a stimare che sono almeno 9 milioni gli italiani a rischio. Ma si tratta, precisano gli analisti, di una stima per difetto. Di questi, poi, la percentuale maggiore si trova nelle regioni del Mezzogiorno.

Come contrastare il fenomeno?

La chiave, concordano analisti, osservatori e istituzioni politiche di tutta Europa, è quella di diversificare le fonti per ridurre la dipendenza dalle esportazioni russe. Puntando sempre di più, almeno nel prossimo futuro, sulle fonti di energia rinnovabile. L’obiettivo, da più parti, è comune: renderle più accessibili, incentivando investimenti accelerati e favorendone l’introduzione anche grazie a sussidi. Il contrasto alla povertà energetica figura proprio tra gli obiettivi presenti nell’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, che punta a garantire a tutti l’accesso a sistemi di energia convenienti, sicuri e sostenibili. Tanto che, lo scorso anno, l’Unione Europea ha presentato un pacchetto legislativo denominato “Energia pulita per tutti gli europei” che include alcune misure per il periodo 2021-2030 soprattutto nei settori dell’efficienza, delle rinnovabili e del mercato interno dell’energia elettrica.

Nel frattempo, i vari governi dell’Unione hanno stanziato ingenti fondi per aiutare famiglie e imprese. Mentre a livello comunitario la Commissione Europea sta lavorando a un piano contro il caro energia. Tra le misure in fase di discussione vi è una riduzione del consumo di elettricità nelle ore di punta, una tassazione sugli extra-profitti delle società energetiche e un aiuto concreto da parte degli Stati membri alle società energetiche in crisi di liquidità.

Mentre il cosiddetto “price cap”, vale a dire l’imposizione di un tetto massimo al prezzo del gas importato, dopo essere stato al centro dei dibattiti internazionali per alcune settimane, sembra essere scomparso dalla nuova bozza. L’opposizione di alcuni stati membri, soprattutto quelli confinanti con la Russia (come Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca), infatti, potrebbe farne rimandare la discussione almeno fino a ottobre.

A cura di OFNetwork

ARTICOLI CORRELATI

Rubrica economica
L’epoca della globalizzazione è davvero finita?

Il futuro è globale o locale? È una domanda ancora senza una risposta certa. Nata dopo le ultime vicende geopolitiche, dalla presidenza di Donald Trump, …

#sostenibilità #economia #futuro #globalizzazione #povertà #deglobalizzazione #guerra #Ucraina #Davos #ricchezza
Rubrica economica
Metaverso: rivoluzione epocale o sonoro flop?

Il mondo virtuale sembra, per il momento, non decollare. Nelle rosee previsioni di Meta gli utenti della piattaforma Horizon Worlds avrebbero dovuto essere 500mila, ma …

#Realtà aumentata #Microsoft #meta #metaverso #realtà virtuale #visori #occhiali vr #realtà mista #apple #fiat
Rubrica economica
Il futuro dei social network: i 10 trend 2023

Sui canali social è in atto un profondo cambiamento evidenziato in parte anche dalle recenti riorganizzazioni in casa Meta (ex Facebook) e Twitter. Queste piattaforme …

#sostenibilità #e-commerce #ESG #Customer Experience #Criptovalute #Social Network #Social Media #meta #metaverso #marketing #cookie #twitter #community #analisi predittiva #social commerce
1 2 3 4 5