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Sono tornate ai minimi da tre anni fa le aziende che sono puntuali nei pagamenti, un dato che conferma il quadro di rallentamento economico in atto e dunque di maggiore difficoltà nella gestione dei bilanci.
E’ il quadro descritto dai dati relativi al primo trimestre pubblicati da Cribis che vedono un progressivo scivolamento delle abitudini verso ritardi maggiori: il 6% in più rispetto all’anno precedente per ritardi oltre i 30 giorni , il 2,5% in più per quelli contenuti entro il mese. Per converso, i saldi in linea con quanto pattuito si riducono di oltre il 5%. Rispetto ai massimi di fine 2011, quando quasi un’azienda su due riusciva a saldare per tempo, il deterioramento del quadro è evidente e anche se i picchi del biennio 2013-2014 (16% di aziende con gravi ritardi) è lontano, il livello attuale per i saldi oltre i 30 giorni è ancora più che doppio rispetto ai valori pre-crisi.
A livello geografico, le imprese lombarde sono le più virtuose in termini di pagamento: quasi un’azienda su due nel territorio salda il proprio debito nei tempi concordati e nelle prime dieci province italiane ben 7 sono lombarde con Brescia, Bergamo, Sondrio e Lecco che occupano i primi quattro posti in graduatoria. Tassi di puntualità simili alla Lombardia si riscontrano in tutte le regioni del Nord-Est, dall’Emilia Romagna al Veneto; dal Friuli-Venezia Giulia al Trentino-Alto Adige. Meno brillanti invece i risultati a Nord-Ovest, con Piemonte e Val d’Aosta in linea o poco oltre la media nazionale, mentre in Liguria la puntualità si riduce al 31,4%. Situazione invece più difficile al Sud e in particolare in Sicilia, regione che infatti si pone in coda alla classifica con un tasso di puntualità medio del 17,1%, meno della metà rispetto alla media nazionale.
«Dopo 2-3 anni di stabilità i ritardi gravi iniziano a salire – spiega l’amministratore delegato di Cribis Marco Preti – e mi pare evidente il legame con il rallentamento dell’economia. Non siamo ancora a livelli patologici ma francamente non mi pare di vedere miglioramenti in arrivo a breve, anzi. Il 2020 sarà l’anno spartiacque, vedremo quanta liquidità ci sarà sul mercato dopo la fine dell’era dei tassi zero da parte della Bce. Ad ogni modo, la gestione del credito e della cassa resta un tema a cui le aziende devono e dovranno continuare a dedicare la massima attenzione». In termini settoriali è il commercio al dettaglio ancora una volta l’area in maggiore difficoltà. Qui i ritardi gravi raggiungono il massimo, il 17%, ben oltre la media nazionale, mentre a saldare per tempo è solo un quarto del campione. Decisamente migliore il quadro della manifattura, che solo nel 7,9% dei casi accusa ritardi oltre i 30 giorni e paga in modo corretto in quattro casi su dieci, con punte ancora superiori per gomma-plastica, macchinari-attrezzature, chimica e lavorazione dei metalli.