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Assioma: l’elettricità è l’energia di domani. Corollario: e le imprese italiane potrebbero avere un ruolo di prim’ordine nel mercato futuro dell’energia. Con questi due enunciati potrebbe essere riassunta la ricerca «Electrify 2030» attraverso la quale The European House-Ambrosetti, in collaborazione con l’Enel (Enel X e Fondazione Centro Studi Enel), analizza il percorso di sostituzione tecnologica verso forme più efficienti, più pulite e più efficaci di produzione e uso dell’energia. Lo studio è stato presentato nell’ambito del Forum Ambrosetti di Cernobbio.
Obiettivo mobilità
Il postulato è l’elettrificazione, che tra il ’90 e il 2016 è cresciuta in Europa dal 17% al 22% e in Italia dal 17% al 21%.
Secondo Eurelectric, ricorda l’imprenditore delle rinnovabili Agostino Re Rebaudengo, per raggiungere il target di decarbonizzazione del 2050 l’elettricità dovrà coprire oltre il 60% dei consumi finali e secondo lo studio Ambrosetti-Enel l’elettricità potrebbe crescere ancora tra il 3 e il 9%. Il fenomeno più interessante è lo sviluppo della mobilità elettrica: le iniziative dell’Enel per promuovere le vetture elettriche si affiancano con mille altri segnali di interesse.
Qualche esempio non esaustivo: i distributori Api-Ip aggiungono a benzina e gasolio anche l’erogazione di chilowattora; Sorgenia promuove il car-sharing elettrico; Repower lancia al Salone nautico di Genova un motoscafo a batteria; l’autostrada A35 Brebemi sperimenta il filobus per camion. Segnali che anticipano una tendenza e il settore dei trasporti, oggi limitato al 2% compresi metropolitane tram e treni, dovrebbe salire tra il 5% e l’8%. La ricerca Ambrosetti-Enel stima un aumento (dal 26% al 32-34%) anche per l’elettrificazione degli edifici. Il settore industriale (35%) ha un potenziale di 2-4 punti aggiuntivi.
Imprese italiane
Dopo Cina e Germania, l’Italia è il terzo esportatore mondiale di illuminazione tramite Led. Una sorpresa per molte persone che sottovalutano il ruolo delle imprese italiane. Il processo di elettrificazione e di diffusione di tecnologie intelligenti potrebbe avere effetti fortissimi per l’economia italiana. Lo studio Ambrosetti-Enel per esempio stima che nei segmento dei veicoli elettrici si arriva a individuare circa 160mila imprese potenzialmente coinvolte, con oltre 820mila occupati e un fatturato complessivo, ad oggi, di oltre 420 miliardi di euro.
Lo studio stima anche i benefici economici raggiungibili in Italia al 2030: in questo caso, si arriva a un fatturato addizionale compreso tra 102,4 e 456,6 miliardi di euro. Le tecnologie chiave in cui gli italiani sono trend-setter sono le pompe di calore; le luci a Led; i sistemi elettrochimici di accumulo; il motore elettrico; l’elettronica di potenza; i sistemi di gestione dell’energia. Valore complessivo tra 135 e 326,5 miliardi di euro.
Dall’oggetto al servizio
A differenza della benzina o degli altri prodotti energetici, l’elettricità non è un bene fisico tangibile. Il chilowattora è un bene immateriale che diventa percepibile solamente attraverso quando si manifesta sotto forma di servizio offerto: luce dalla lampadina, governo dei treni sui binari, acqua calda dallo scaldabagno, segnale nel telefonino, dati lungo la rete web, memoria e cpu del computer, comunicazione per gli aerei in decollo, erogazione di acqua dal rubinetto, musica, lavaggio del bucato, navigazione del Gps, conservazione di cibi freschi freddi e surgelati. E mille altri servizi.
Dicono alcuni: per produrre elettricità si inquina. Vero. Ma si inquina meno per la maggiore efficienza del sistema; si inquina sempre meno, fino allo zero assoluto, con il diffondersi delle fonti rinnovabili di energia; le applicazioni dell’elettricità sono più efficienti e meno impattanti.