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Da un ritardo evidente, come la propensione italiana all’e-commerce, può nascere un’opportunità. Proprio per recuperare terreno l’Ice, l’Agenzia per l’internazionalizzazione delle imprese, sta portando alla fase finale la strategia di promozione del commercio digitale per le Pmi italiane.
A luglio diventerà a tutti gli effetti operativo l’accordo firmato lo scorso anno con il marketplace della moda Yoox e partiranno le vendite in Cina e Usa, nell’arco delle prossime settimane invece dovrebbe arrivare la firma con la piattaforma cinese Alibaba e a seguire, nella tabella di marcia, ci sono Amazon ed e-tailer forti su determinati territori, come Ocado nel Regno Unito. Già partite invece le intese con siti specializzati nel food come I-Gourmet e Freshdirect.com e con la piattaforma americana del lusso Neiman Marcus.
Michele Scannavini, presidente dell’Ice, annuncia che l’Agenzia pubblicherà nei prossimi mesi il primo rapporto dedicato al commercio digitale. «Un treno che va velocissimo, dobbiamo agganciare l’ultimo vagone prima di perderlo definitivamente». I dati sono molto chiari: l’Italia è terzultima nel confronto europeo per numero di imprese con e-commerce BtoC e BtoB (ben al di sotto del 10%). L’export online di beni di consumo cresce del 23%, ma la base è ancora piccola (9,2 miliardi), solo il 6,4% delle vendite totali. In compenso le nostre imprese digitalizzate hanno una propensione elevata al commercio cross border (al nono posto in Europa). Vuol dire che c’è grande spazio di crescita. «Abbiamo iniziato a costruire accordi off-line con le grandi catene della distribuzione per valorizzare i marchi italiani – dice Scannavini -. Poi siamo passati alla strategia sul digitale». «Primo punto: la formazione e l’orientamento alle imprese – spiega il presidente Ice – fornendo alle Pmi corsi specifici anche in collaborazione con Netcomm, Confindustria, banche, università». Poi sono arrivati gli accordi con gli e-tailer per creare degli “shop in shop”. Il terzo passaggio è l’investimento che l’Agenzia effettua in promozione e comunicazione per favorire la generazione di traffico sui siti. Non a caso per le imprese, una volta entrate nei grandi marketplace, la difficoltà principale è restare visibili e non sparire nella polverizzazione dell’offerta.
Con Yoox si schiude per 120 Pmi una porta digitale verso il mondo del lusso e della moda in mercati ad alto potenziale quali Cina e Stati Uniti. I prossimi accordi, a partire da quello con Alibaba, punteranno anche sui settori food-gourmet e design-lifestyle in forte crescita per volumi di vendite digitale. «Con Alibaba – aggiunge Scannavini – siamo alle battute finali, dobbiamo registrare il trademark del nostro hub sul portale. Per la partenza operativa l’obiettivo è settembre». Su Tmall, la piattaforma del gruppo cinese, sono già 180 le aziende italiane presenti. Ice ne aggregherà una parte – per ora hanno aderito una cinquantina – costruendo campagne di promozione mirate nei sei periodi di punta dell’e-commerce legati in Cina ad alcune ricorrenze come la festa dei single, la festa della donna e il giorno del vino. In una seconda fase affiancherà anche aziende al loro debutto assoluto su Tmall.
L’investimento ammonta a 6 milioni, più o meno divisi in parti uguali tra l’intesa con il gruppo Yoox Net-A-Porter e quella con Alibaba. In prospettiva le partnership con i grandi distributori, sia fisici che “digital”, peseranno sempre di più. Tra il 2015 e il 2017 l’Agenzia ha impiegato 520 milioni tra risorse ordinarie e straordinarie del piano made in Italy, 66 milioni dei quali investiti sui grandi retailer. Per il 2018-2020, al netto di cambiamenti possibili con il nuovo governo, previsti invece 20-30 milioni l’anno.
Di tutta la strategia si parlerà il 24 e 25 maggio a Londra al Global Department Store Summit: «È la prima volta in assoluto che il summit invita un’Agenzia di promozione del commercio estero» sottolinea Scannavini.