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Con la diffusione dello smart working si impone un grande interrogativo: quale sarà la sorte dei tradizionali spazi usati per svolgere l’attività lavorativa? Secondo alcuni addetti ai lavori continueranno ad essere presenti sul territorio ma spariranno le postazioni singole e si opterà per spazi ibridi (anche all’aperto), che favoriscono maggiormente la collaborazione, con orari flessibili e molta tecnologia
La pandemia e la crisi economica che ne è seguita hanno avuto un impatto significativo su molti settori, contribuendo a trasformare radicalmente anche le abitudini di lavoro. Il protrarsi dell’emergenza sanitaria ha fatto diventare lo smart working una alternativa concreta alla presenza in ufficio, forse per la prima volta.Le grandi città si sono svuotate, gli impiegati hanno scoperto le potenzialità del lavoro da remoto in termini di conciliazione tra produttività e tempo libero e gli imprenditori hanno iniziato a interrogarsi sui benefici anche economici di questa scelta.
Tanto che, a due anni dall’introduzione dello stato di emergenza, c’è chi sta cominciando a pensare a nuove forme ibride che consentano una presenza scaglionata dei dipendenti sul posto di lavoro, concedendo quindi lo smart working solo per alcuni giorni a settimana e garantendo al tempo stesso il necessario distanziamento sociale.
Come cambia il mercato immobiliare
Una scelta simile, però, ha implicazioni importanti e dirette sul mercato immobiliare. Come fanno notare gli analisti, infatti, gli investimenti in questa tipologia di immobili sono diminuiti. Lo conferma un’analisi condotta dall’ufficio studi Gabetti insieme a Patrigest, società di consulenza facente parte del Gruppo e specializzata in Advisory & Valuation nel settore immobiliare. Nei primi 9 mesi del 2021, infatti, il volume investito è stato inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, si legge nel report, su un totale di 1,6 miliardi di euro di investimenti, il settore uffici ha rappresentato il 32%.
Questo, però, non vuol dire che gli uffici scompariranno. Infatti, dopo il brusco stop del 2020, il terzo trimestre del 2021, stando agli ultimi dati disponibili diffusi dall’Agenzia delle Entrate, ha fatto segnare un aumento nei volumi delle compravendite (pari al 18% rispetto all’anno precedente). Per capire meglio cosa è successo è però necessario contestualizzare il dato, che risente inevitabilmente del periodo di chiusure imposto a livello governativo. Infatti, la percentuale di aumento è del 9,6% rispetto allo stesso periodo del 2019. Particolarmente dinamico, si legge ancora nel report, il mercato del Nord Italia che da solo, infatti, rappresenta il 60% circa dell’intero settore nazionale.
Cosa accadrà al mercato, quindi? Stando alle previsioni contenute nel report Gabetti e Patrigest, il remote working, al termine dell’emergenza, non verrà abbandonato. Ma verrà ridimensionato nell’ottica di far coesistere tutte le nuove modalità di lavoro. Di fatto, rappresenterà un vantaggio da sfruttare per le aziende, che potranno quindi da un lato ridurre i costi legati alla presenza in ufficio di tutti i dipendenti e dall’altro contribuire all’ambiente, in ottica sostenibile, riducendo l’inquinamento atmosferico e decongestionando il traffico nelle grandi città.
L’ufficio del futuro
Per conciliare questa nuova modalità ibrida di lavoro con il rispetto delle norme sanitarie che impongono un maggiore distanziamento sociale, è però necessario rivedere la tradizionale organizzazione degli spazi adibiti a ufficio in modo più efficiente.
Addio alle postazioni fisse per ciascun dipendente, quindi, e spazio alla flessibilità. Secondo gli esperti, è questa la ricetta per l’ufficio del futuro. Caratterizzato da grandi open space con scrivanie polifunzionali, utilizzate a rotazione dagli impiegati nei giorni di alternanza tra presenza in sede e smart working. Le sale riunioni diventeranno iper-tecnologiche, per consentire a tutti di partecipare, anche in modalità remota. Ci saranno maxi-schermi, microfoni e videocamere, per rendere la riunione fluida e partecipata da tutti. Saranno previste molte più aree condivise (anche all’esterno), dove svolgere lavoro di squadra in modo flessibile e senza orari prestabiliti.
Non solo, un articolo del The Economist di fine dicembre ipotizza anche l’introduzione di nuove app pensate proprio per la gestione degli spazi. Così, da mobile si potrebbe prenotare la scrivania libera per il giorno in cui si intende lavorare in ufficio. Oppure, gestire i visitatori e gli appuntamenti. Sempre nell’articolo si legge che l’ufficio del futuro dovrà anche prevedere molto più spazio da dedicare alla socializzazione e agli eventi, da incoraggiare soprattutto nei giorni di presenza in sede. Ecco allora che grande importanza avranno anche le caffetterie interne, viste come il luogo in cui i colleghi possono sviluppare relazioni personali.
A cura di OFNetwork