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Il tasso di default delle aziende italiane è in continuo generale miglioramento dal 2014 in tutti i settori e per tutte le dimensioni d’impresa, sebbene rimanga su livelli più alti rispetto a prima dello scoppio della crisi finanziaria nel 2008. È quanto risulta da una analisi dei profili di rischio condotta da Cerved Rating Agency. Nello specifico, il merito di credito medio delle imprese del campione è previsto stabile per quasi l’86% di esse nel 2018, con modifiche del rating moderate e solo il 14% di migrazione delle valutazioni (9% upgrade del rating, 5% downgrade) alla fine del 2018 rispetto agli eccellenti rating del 2017.
La stragrande maggioranza delle modifiche del rating (92,1%) sarà limitata alla migrazione di una sola classe, mentre oltre un terzo dei previsti downgrade sarà concentrato nei settori energia, gas, estrattivo e costruzioni. Outlook stabili e positivi prevarranno nella manifattura, nel commercio all’ingrosso e al dettaglio e nell’ospitalità e ristorazione.
Al contempo, a fronte di una crescita del numero delle imprese attive, calano i casi di default. Dal 2015 il numero di procedure fallimentari è nettamente diminuito in tutti i macro-settori industriali italiani, riportandosi ai livelli pre-crisi e decrescendo ancora nel 2017 (11.937 casi, -11,3% rispetto al 2016). A ottobre il governo dovrebbe inoltre approvare la nuova legge sulle procedure fallimentari che introdurrà un nuovo quadro regolatorio per una risoluzione più efficiente e rapida delle crisi aziendali, in modo da garantire continuità nelle attività operative e salvaguardare gli interessi dei creditori.