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Scontrino elettronico: tutto quello che c’è da sapere

Business Insights

25 Marzo 2020

American Express

Prima fu la e-fattura, ora è iniziata pure l’era degli e-scontrini. Parzialmente in vigore già dal luglio 2019 per le sole attività dal grande volume d’affari (oltre i 400mila euro), da gennaio 2020 l’obbligo di emettere scontrino elettronico riguarda oltre 2milioni di esercizi commerciali, con pochissime eccezioni limitate a edicole, farmacie, tabaccherie, trasporti pubblici, paninari allo stadio e altre categorie molto particolari. Per la verità al momento si tratta di un obbligo solo formale, nel senso che fino alla fine di giugno non ci saranno comunque sanzioni, perché è stato previsto qualche mese di tempo per l’adeguamento tecnologico alla nuova normativa.
 
 
In estrema sintesi, la novità consiste nella sostituzione del tradizionale scontrino cartaceo con il suo equivalente digitale. In pratica, si tratta di una trasmissione automatizzata di informazioni via internet dal punto vendita direttamente all’Agenzia delle entrate, con l’obiettivo di far diventare quotidiana la rendicontazione delle entrate e dunque rendere la vita più difficile agli evasori.
 
 
Cosa cambia, nella pratica. Lato consumatori, poco. Al posto dello scontrino fatto di carta, al momento dell’acquisto si riceve ugualmente una ricevuta fisica cartacea dall’aspetto molto simile, che però prende il nome di documento commerciale e non ha più valore fiscale. Non è però carta straccia, nel senso che continua ad avere valore per eventuali cambi merce, per far valere la garanzia e pure per le detrazioni fiscali, a patto che tutti i dati necessari siano indicati – su richiesta esplicita del cliente – nel documento. Nel mondo ideale, il commerciante può (ma non è obbligato a) fornire una copia digitale del documento commerciale, sotto forma di email o di messaggio WhatsApp oppure anche di fotografia con lo smartphone. Nella realtà, tuttavia, solo le attività più hi-tech sono ben attrezzate, e anzi possono approfittarne per arricchire le proprie mailing list e rubriche telefoniche.
 
 
Sul fronte dell’esercente, l’elemento fondamentale per essere in regola e scongiurare sanzioni non è più la copia cartacea fornita al cliente, ma la presenza di uno scontrino elettronico memorizzato nel registratore di cassa prima che il cliente esca dal negozio. Se la trasmissione in via telematica può avvenire anche in blocco a fine giornata (per non costringere a mantenere attiva una connessione a internet per tutto l’orario di apertura), l’inserimento sul device locale deve essere immediato, pena la sanzionabilità da parte della Guardia di Finanza per l’intera somma, peraltro con un importo minimo di 500 euro anche se si trattasse di un solo caffè.
 
 
Infine, c’è la questione hardware. I registratori di cassa non spariranno, ma saranno o adeguati con un sistema che permetta la connessione a internet (per collegarsi ai server dell’Agenzia delle entrate) oppure sostituiti con un registratore telematico. Quest’ultimo non deve per forza avere le stesse sembianze dei vecchi modelli, ma può anche essere semplicemente uno smartphone, un tablet o un computer: è sufficiente che sia dotato di connessione di rete, e che mostri un codice qr dell’Agenzia delle entrate tale da permettere a chiunque di verificare che sia abilitato.
 
 
Vantaggi, ricchi premi e cotillon. Una delle novità più chiacchierate degli e-scontrini è l’attivazione di una specifica lotteria, per la quale ciascun documento commerciale rappresenterà di fatto un biglietto. Secondo le ultime notizie dello scorso 6 marzo, luglio sarà il primo mese in cui tutti gli scontrini emessi varranno come biglietti, e l’estrazione del mese è pianificata per il 7 agosto. La partecipazione al concorso a premi però non è automatica, ma servirà seguire le istruzioni di registrazioni disponibili sul Portale Lotteria e poi abbinare ciascuno scontrino al proprio profilo.
 
 
Le probabilità di vittoria saranno maggiori nel caso di scontrini di importo elevato, ma per tutti quanti i premi esentasse andranno dai 5mila euro delle estrazioni settimanali (che arriveranno in un momento successivo) ai 30mila euro delle mensili e fino al milione per il vincitore dell’estrazione annuale. Per i pagamenti digitali cashless, che lo Stato vuole incentivare per via della più semplice tracciabilità, i premi saranno di più, di valore maggiore e rivolti (seppur in forma ridotta) anche all’esercente: 5 milioni di euro per l’annuale, 100mila euro per il mensile e 25mila euro per i settimanali.
 
 
Auspicabilmente, però, il vero vincitore della lotteria sarà il banco, ossia lo Stato, nel fare un bel passo in avanti nella lotta a quell’evasione fiscale che vale ogni anno oltre 190 miliardi di euro. La registrazione digitale e automatizzata semplifica l’attività degli esercenti e il controllo di gestione, rendendo immediato pure l’aggiornamento della contabilità. E allo stesso tempo – sotto la pressione dei clienti desiderosi di avere a costo zero un biglietto della lotteria, oltre che della necessità di registrare la transazione ora o mai più – gli esercenti stessi dovrebbero più facilmente adeguarsi alle pratiche virtuose. La questione principale resta però di natura culturale, sia come volontà di rispettare le norme sia come adeguamento alle novità digitali. Queste ultime, in particolare, non per tutti e in tutte le aree del Paese risultano ugualmente semplici da adottare.

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