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Spazio. La nuova frontiera del business

Rubrica economica

03 Marzo 2022

American Express

Secondo le stime della banca d’affari Morgan Stanley la “Space Economy” arriverà a valere l’iperbolica cifra di circa un trilione di dollari entro il 2040. Già oggi le prime 10 compagnie private generano un giro d’affari di circa 550 miliardi di euro. L’Italia, che si posiziona al sesto posto tra i leader del settore per investimenti in relazione al Pil, ha definito un Piano Strategico, con un investimento di circa 4,7 miliardi di euro. E l’Agenzia Spaziale Italiana costituirà una comunità nazionale di incubatori di startup/acceleratori. Ecco quali sono gli impatti economici e i vantaggi per le imprese

 

È uno dei settori in maggiore espansione in questi ultimi anni e tra quelli con le migliori prospettive di crescita per il prossimo futuro tanto che, secondo le stime degli analisti della banca d’affari americana Morgan Stanley, arriverà a valere circa un trilione di dollari entro il 2040 rappresentando, di fatto, un punto di riferimento imprescindibile per la crescita delle principali economie del mondo. Un dato rilevante, soprattutto alla luce del fatto che non più tardi di sei anni fa (nel 2016), “pesava” solo 350 miliardi.

 

La “space economy”, così come viene definita (tradotto letteralmente significa “economia dello spazio”), è quel particolare settore produttivo e industriale che si occupa di creare prodotti, servizi e infrastrutture per l’esplorazione spaziale. Come i satelliti, per esempio, ma anche come i nuovi materiali da utilizzare per l’osservazione della Terra o i primi viaggi spaziali per civili. Ma a dispetto del nome, in realtà, ingloba al suo interno una serie di altre funzionalità. I satelliti in orbita, infatti, possono essere utilizzati per le previsioni meteorologiche, l’osservazione dei mari, per i servizi di telecomunicazione e per quelli di posizionamento (come i navigatori Gps, per esempio). Tutte queste informazioni, dunque, sono indispensabili anche per l’attività industriale in diversi settori, da quello dell’agricoltura a quello dell’energia, tanto per citarne alcuni.

 

I numeri

 

Per capire cosa accadrà in futuro, e perché i principali osservatori e le banche di investimento internazionali lo considerano uno dei più importanti trend di lungo periodo, bisogna però partire dai dati.

Dal 2016, infatti, gli investimenti sono quadruplicati. La Space Foundation, un’associazione statunitense che riunisce al suo interno esponenti e imprese appartenenti a vari settori (da quello della difesa a quello industriale e militare), ha stimato il valore generato dalle attività connesse all’economia spaziale (a livello globale) intorno ai 447 miliardi di dollari nel solo 2020. Circa il doppio di dieci anni fa. 

 

Un risultato che si conferma più o meno inalterato ogni anno, nonostante il rallentamento dell’economia globale dovuto alla pandemia da Covid-19. Stando ai dati diffusi a inizio 2022 dall’Osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano, infatti, il valore del mercato è oggi stimato in 371 miliardi di dollari di ricavi a livello globale. Il 73% degli investimenti nel 2021, si legge nel rapporto, proviene ancora dall’industria satellitare, che include anche i servizi di telecomunicazione, navigazione e osservazione della Terra, oltre a sensori, antenne o Gps. 

 

Anche i satelliti in orbita sono in costante aumento: nel 2021, riferisce il rapporto, se ne sono contati in totale 4.838. Il dato più significativo, emblematico per capire la crescita esponenziale che si sta registrando nel mercato in questi ultimi anni, è quello relativo al 2020: in soli 12 mesi sono stati lanciati circa 1.202 satelliti, il 40% del totale degli ultimi 10 anni. 

 

La “new” Space Economy

 

L’esplosione di questo segmento di mercato ha portato come diretta conseguenza all’ingresso nell’arena di un maggior numero di attori privati che hanno contribuito ad ampliare l’offerta di prodotti e servizi. Per questo, dicono gli osservatori, l’economia dello spazio sembrerebbe arrivata a un importante punto di svolta, tanto da essere stata rinominata “New Space Economy”. Queste compagnie private si aggiungono ai tre pionieri, Space X di Elon Musk (Tesla), Virgin Galactic di Richard Branson (Virgin Group) e Blue Origin di Jeff Bezos (Amazon), le prime aziende specializzate nei viaggi spaziali con civili. E stando ai dati, le prime 10, in tutto il mondo, generano un business che si aggira intorno ai 550 miliardi di dollari. 

 

La crescita del settore aerospaziale privato, però, offre anche altri benefici come, per esempio, la creazione di nuove opportunità di lavoro. Ad oggi, infatti, il numero di posti nell’economia spaziale è stimato intorno ai 400.000 ma dovrebbe raggiungere quota 1,5 milioni in futuro. 

 

In Italia

 

L’Italia è tra i 9 Paesi del mondo (su un totale di 88 attivi nell’industria aerospaziale) dotati di un’agenzia dedicata e con un budget di oltre 1 miliardo di dollari all’anno. Non solo, stando al catalogo dell’industria spaziale nazionale, compilato dall’ASI (acronimo di Agenzia Spaziale Italiana), risultano censite (nel 2021) 21 aziende di grandi dimensioni, 105 piccole e medie imprese e 21 startup. Inoltre, questo comparto registra un fatturato annuo di 1,6 miliardi di euro, offrendo lavoro a più di 6.000 persone.

 

Confrontando i numeri del settore made in Italy con il contesto internazionale si nota anche un buon posizionamento a livello globale. Per esempio, se si analizzano gli investimenti dei singoli paesi in relazione al Pil, l’Italia risulta essere il sesto al mondo, dopo Russia, Stati Uniti, Francia, India e Germania, e il terzo in Europa. Inoltre, spiega ancora la School of Management del Politecnico di Milano, con una quota pari a 589,9 milioni di euro, è anche il terzo contribuente della European Space Agency (l’Agenzia Spaziale Europea, nota anche come ESA) nel 2021, dopo Francia e Germania.

 

Anche in questo caso, le maggiori novità però si attendono per il prossimo futuro. L’Italia ha, infatti, destinato una cifra pari a 1,49 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) proprio a investimenti in questo settore. L’Agenzia Spaziale Italiana ha di recente annunciato l’intenzione di costituire una comunità nazionale di incubatori di startup e acceleratori collegati al mercato spaziale. A livello governativo, invece, è stato definito un “Piano Strategico Space Economy”: prevede un investimento di 4,7 miliardi di euro, di cui circa il 50% sarà coperto con risorse pubbliche, tra nazionali e regionali. Queste risorse, spiega il Ministero dello Sviluppo Economico, saranno aggiuntive rispetto a quelle normalmente destinate alle politiche spaziali.

 

A cura di OFNetwork

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