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Con circa 35 milioni di appassionati, 74.000 società sportive e di gestione degli impianti e 10.000 imprese produttrici, lo Sport System è un settore fondamentale per l’economia italiana. A spiegarlo è Banca Ifis, nell’Osservatorio dedicato, che ha misurato la dimensione economica di tutte le componenti dello sport. Si parla di 96 miliardi di ricavi annuali pari al 3,6% del Pil nazionale.
E quindi, contemporaneamente, aumenta l’interesse da parte di fondi di investimento e magnati stranieri, soprattutto per le nostre società di calcio. Senza dimenticare che grandi eventi internazionali come le Olimpiadi invernali Milano-Cortina avranno importanti impatti anche su altri business, come l’immobiliare.
Chi investe nello sport
I fondi di private equity, che secondo il “Global Private Equity Report 2022” di Bain & Company hanno a disposizione liquidità per 3.400 miliardi di dollari a livello globale, hanno investito un totale di oltre 13 miliardi di dollari nello sport. Dal calcio, più popolare in Europa, al basket che primeggia negli Stati Uniti, passando per pallavolo, motociclismo, automobilismo e rugby sono questi veicoli di investimento a riempire le pagine di giornali in relazione all’acquisto di nuovi club.
I più attivi, come viene riscontrato anche nel nostro Paese, sono i fondi targati USA, dove lo sport è considerato un vero business, in cui aspetti come marketing, merchandising e diritti tv sono fondamentali per il successo di un team.
Il calcio in Italia
Lo sport più amato nel nostro Paese da tempo riesce a stento a sostenersi economicamente e sta via via scomparendo quel modello mecenatistico che vedeva a capo delle società grandi famiglie industriali, ad esclusione degli Agnelli ancora al timone della Juventus.
Ed è proprio approfittando di un sistema e un business poco sfruttati che aumentano gli interessi di fondi e tycoon, soprattutto statunitensi, a investire nel mondo del pallone in Italia.
Ad oggi sono 17 le squadre di calcio, tra serie A, B e C, a essere finite in mano straniera. Di queste, la maggior parte (14) è attualmente di proprietà americana.
Tra gli ultimi casi vi è quello della squadra bergamasca dell’Atalanta, passata di mano dalla famiglia Percassi all’italo-americano Stephen Pagliuca, Ceo di Bain Capital, uno dei principali fondi di investimento globali, e co-proprietario dei Boston Celtics, che militano in NBA. E anche il Milan, a fine maggio, è stato venduto per 1,2 miliardi a RedBird Capital. Sono in mano straniera anche altri importanti club italiani come l’Inter, che ha come presidente il giovane uomo d’affari cinese Steven Zhang, e la Roma, di proprietà dell’imprenditore statunitense Dan Friedkin.
Perché il calcio Made in Italy è al centro degli interessi? Principalmente perché i margini di profitto sono elevati. I fondi cercano squadre in cui investire per costruire stadi di proprietà e per ottenere guadagni dai diritti televisivi. Riportare i club italiani ai livelli più alti delle classifiche internazionali consentirebbe non solo di consegnarli nuovamente alla gloria del passato, ma anche di riattivare un ricco giro d’affari. Senza dimenticare che le città italiane in cui risiedono le principali squadre sono anche importanti mete turistiche che visitatori di tutto il mondo vorrebbero ammirare.
Non ultima, inoltre, vi è la questione legata al costo delle società delle serie A, B e C. Un recente report UEFA, in cui sono analizzati gli impatti della pandemia sui ricavi del calcio europeo, ha dimostrato che il campionato italiano, tra i cinque più importanti del Vecchio Continente, è quello che ha subito una contrazione maggiore e un impatto più significativo sul valore delle singole squadre. Questo si traduce, quindi, per i fondi di investimento, in un minor costo in caso di acquisizione.
Le opportunità dai grandi eventi internazionali
Le opportunità più interessanti per l’industria dello sport, non solo per il calcio, arrivano però anche dai grandi eventi internazionali. Per l’Italia, quindi, le Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026 rappresentano una tappa fondamentale per attrarre investimenti, non solo per lo sport. Secondo il rapporto “Olympic Games 2026: Milano e Cortina sul podio immobiliare” realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Risanamento, infatti, le Olimpiadi genereranno nuovi investimenti a Milano per oltre 5 miliardi di euro fino al 2026 e oltre 8 miliardi entro il 2030, con un notevole sviluppo sia immobiliare che economico.
Una volta terminata la manifestazione sportiva, il capoluogo lombardo continuerà a beneficiare, soprattutto in determinate zone, degli impatti positivi con un incremento indicativo dei valori immobiliari dell’11% nel 2026 e del 23% nel 2030. Tra le più coinvolte vi saranno le aree di Santa Giulia (sede del PalaItalia) e di Porta Romana (sede del villaggio olimpico).
I fari sono puntati anche sui prossimi Mondiali di Calcio in Qatar, con non poche polemiche e critiche sulla gestione. Sarà la Coppa del Mondo più costosa di sempre, con una spesa superiore ai 200 miliardi di dollari. Ma si attendono ricavi altrettanto elevati e uno degli obiettivi è quello di rendere questo sport sempre più amato anche nei paesi che non hanno una profonda cultura calcistica.
Le nuove frontiere dei ricavi
Il crescente interesse per il mondo dello sport è poi confermato anche dalle sponsorizzazioni che arrivano da società, quelle delle criptovalute, le più in auge (e chiacchierate) del momento. Ha fatto molto parlare, ad esempio, lo spot della Coinbase durante il seguitissimo Super Bowl, la finale del campionato Usa di football del febbraio 2022, costato 14 milioni di dollari. Ma le sponsorizzazioni sono in costante aumento in altri sport, dalla Formula 1 alla Moto GP passando ovviamente per il calcio.
Per i club di football e in generale per le società sportive, infatti, emerge come sia sempre più importante trovare fonti alternative di ricavo. Non è un caso, quindi, che sulle maglie di tantissime squadre (italiane e non) compaia l’invito ad acquistare i “fan token”, asset digitali operanti su blockchain, Bitcoin o altre criptovalute, che danno accesso ai tifosi a beni e servizi dedicati. Ed è qui che entrano in gioco anche gli NFT (Non Fungible Token). Il loro valore di mercato nel mondo sportivo, come spiegato dal portale specializzato Sports Pro Media, crescerà fino ad arrivare a quota 75 miliardi nel 2025. Uno degli ultimi casi è quello del Giro d’Italia: la maglia rosa, il trofeo, i loghi e altri simboli della storica competizione ciclistica sono stati resi disponibili anche all’interno di una collezione digitale.
A cura di OFNetwork