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Strategie per prevenire e rispondere a un attacco reputazionale deepfake

Strategie per prevenire e rispondere a un attacco reputazionale deepfake
Smart Business

26 Luglio 2021

American Express

Gli attacchi basati su deepfake possono avere conseguenze pesanti e persistenti nel tempo. Ecco come prevenirli e proteggere il brand e la reputazione online della tua impresa.


Sentiamo parlare ogni giorno di fake news, cioè la diffusione di notizie false. Ma a mettere a rischio la reputazione di persone fisiche e giuridiche sono i deepfake. Di che cosa si tratta? Il termine deriva dall’incrocio dell’espressione inglese deep learning – cioè l’insieme di tecniche che permettono all’Intelligenza Artificiale di imparare a riconoscere le forme – e fake, che significa “falso”. Per deepfake si intende la tecnica che sfrutta l’Intelligenza Artificiale per sovrapporre il volto di una persona ad un’altra ripresa in un filmato. Il risultato è un video fake indistinguibile da quello autentico. La tecnica deepfake viene usata molto nel cinema poiché consente di creare in post-produzione immagini di attori e attrici scomparse. Ma è utilizzata anche per fini poco nobili come per esempio, per danneggiare celebrities, politici e imprenditori diffondendo immagini o video realistici che li ritraggono in atteggiamenti o contesti lesivi della loro reputazione.


I rischi per le persone giuridiche


Secondo l’ultimo rapporto sul cyber-crime dell’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica (CLUSIT), nel lungo periodo gli attacchi deepfake cresceranno in maniera sostenuta, soprattutto a danno di organizzazioni economiche. Questo perché sul web si trovano software gratuiti per realizzare video o immagini deepfake e si è sviluppato un vero e proprio marketplace online dove acquistarli o commissionarli. Il tutto è agevolato dalla mole di dati digitali disponibili online relativi alla persona che si vuole colpire.

La tecnologia deepfake potrebbe essere usata per danneggiare la reputazione di una società e manipolare il mercato azionario di riferimento. Ma esiste anche un rischio di estorsione: prospettando un attacco alla web reputation con materiale deepfake, eventuali malintenzionati potrebbero pretendere soldi minacciando, in caso contrario, di pubblicare i contenuti fraudolenti.


I danni conseguenti ad un incidente deepfake


Secondo il World Economic Forum, almeno il 25% del valore di mercato di una società è direttamente attribuibile alla sua reputazione. Il Reputation Institute posiziona il rischio reputazionale al secondo posto tra i rischi per gli investitori. Infatti, un incidente che mina la reputazione della persona giuridica può causare una flessione del capitale o degli utili derivanti da una percezione negativa dell’immagine dell’impresa da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori, autorità di vigilanza.


C’è da dire che la legge italiana punisce chi causa un danno ingiusto diffondendo contenuti falsi, e se scoperto, potrebbe risponderne civilmente con l’accusa didiffamazione aggravata. Nel frattempo però, i danni patiti dall’impresa sarebbero ingenti. Basti pensare a quel che succederebbe se venissero condivisi sui social video deepfake che, al posto di promuovere un brand, ne mettano in cattiva luce l’operato. In questi casi la persona giuridica attaccata patirebbe danni reputazionali consistenti, dovendo ricostruire la propria brand identity da capo, nei casi peggiori.


Come prevenire e rispondere a un attacco reputazionale deepfake


Per questo è importante proteggere il brand e la reputazione online dell’impresa. Come? Attraverso un monitoraggio continuo delle pagine dei social network del marchio, siti web, testate giornalistiche e profili social di divulgatori, sponsor e influencer del settore. Per farlo, si potrebbe ricorrere a società di consulenza specializzate e a software specifici.


Cruciale è una presenza attiva sui social media. Costruire un’identità online definita e solida in relazione al brand potrebbe ridurre il rischio che consumatori e stakeholder ritengano veritieri i contenuti deepfake diffusi. Campagne comunicative mirate potrebbero minimizzare il rischio reputazionale derivante dalla diffusione di deepfake offensivi come, ad esempio, video ritraenti l’amministratore delegato in atteggiamenti razzisti.


Infine, è fondamentale sensibilizzare soci, dipendenti e collaboratori all’uso cauto dei social network e a non svelare dati e informazioni sensibili anche nelle app di messaggistica.


Cosa fare se l’attacco è avvenuto


Durante e dopo l’incidente, meglio adottare una linea trasparente e proattiva. È bene che sia il brand stesso a spiegare l’avvenuto, esprimendo pubblicamente le proprie scuse in modo da suscitare empatia e fornendo i contatti di riferimento per risolvere eventuali problemi. Infine, potrebbe essere utile un contratto assicurativo per fronteggiare le perdite causate dall’incidente deepfake.I rischi legati alla tecnologia deepfake non sono gli unici per le imprese. Le frodi online sono sempre più diffuse e per questo è necessario dotarsi di strumenti utili a proteggere il proprio business. Come le Carte Corporate American Express, che oltre a semplificare la gestione delle spese e delle trasferte di lavoro, proteggono nella sfortunata eventualità di transazioni fraudolente.

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