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Negli Stati Uniti li chiamano “Amazon Warriors”. Sono i militari assunti dal gigante americano delle consegne per gestire imprevisti, ritmi serrati e fare in modo che i magazzini vengano organizzati al meglio. In Italia ha fatto notizia la ricerca di questo nuovo tipo di figura professionale per le sedi del Bel Paese. Nei giorni scorsi è apparso un annuncio di lavoro in inglese sulla pagina LinkedIn dell’azienda. Nel testo si parla di una posizione dedicata a militari o ex militari che saranno esaminati da “un apposito team di valutatori fatto di militari”. Nello specifico si cercano “military area manager” che abbiano gestito team di almeno 45 soldati, ma averne guidati 100 per almeno 5 anni è un titolo preferenziale.
L’annuncio per l’Italia è probabilmente legato all’apertura dei nuovi magazzini di Rovigo e Colleferro che saranno operativi entro il 2020 e che portano con sé 1400 posti di lavoro. In America l’utilizzo di soldati della logistica è una realtà consolidata. Jeff Bezos, ad di Amazon, spiega la filosofia dell’azienda nel sito dedicato alle offerte di lavoro per i paesi europei e africani: “Cerchiamo leader che possano inventare, pensare in grande, avere una inclinazione per l’azione e ottenere risultati concreti per i nostri clienti. La loro esperienza ha un valore infinito nel nostro ambiente di lavoro”.
Amazon Italia intanto ha inviato al quotidiano La Repubblica una nota in cui spiega il suo punto di vista. “Amazon impiega centinaia di veterani e riservisti nei suoi uffici e magazzini in tutta Europa, un numero che continua a crescere ogni anno. L’azienda ha dato il via al suo programma di supporto agli ex-militari in Europa nel 2017”. L’obiettivo del colosso del delivery è sensibilizzare sulle opportunità che Amazon può offrire agli ex militari. “L’assunzione è sicuramente una delle nostre priorità, ma la nostra attività va oltre. Lavoriamo sul coinvolgimento e sullo sviluppo di questi dipendenti in collaborazione con il nostro Affinity Group dedicato, un network di colleghi che condividono il passato da militari e sono connessi con organizzazioni che si occupano di beneficenza e che supportano il ricollocamento di ex-militari in tutta Europa”. Oltre al valore sociale dell’iniziativa, i militari sono poi considerati un buon investimento in termini di capitale umano. “Sono buoni leader e comunicatori anche se hanno difficoltà a trovare delle opportunità soddisfacenti dopo aver lasciato l’esercito”. Resta da chiedersi se il passaggio di carriera, da quella militare a quella nella logistica, sia una transizione semplice.