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Guai in vista per Tik tok. L’app di intrattenimento che spopola tra i giovanissimi è al centro delle polemiche per questioni di privacy. L’intelligence degli Stati Uniti ha avviato un’indagine per verificare eventuali violazioni della libertà di espressione e abusi nell’utilizzo dei dati personali. In più, a inizio dicembre, uno studente della California ha citato in giudizio il social media accusandolo di aver utilizzato i suoi dati per trasferirli in Cina.
Ma facciamo un passo indietro. Chi c’è dietro all’applicazione che ha conquistato i teenager di mezzo mondo? Di proprietà della società cinese ByteDance, guidata dal quarantenne Alex Zhu, la piattaforma conta 1 miliardo di download al giorno. Solo negli Stati Uniti gli utenti sono 26 milioni. Una crescita rapidissima dell’utenza legata anche alla strategia messa in campo dalla società che per facilitare la propria espansione in Nord America nel 2017 ha comprato la piattaforma statunitense Musical.ly.
Nel mirino dell’intelligence americana c’è proprio l’acquisto di Musical.ly da parte di ByteDance per una cifra compresa fra gli 800 milioni e il miliardo di dollari. Come riportato dall’agenzia Reuters, il Comitato americano per gli investimenti esteri sta indagando sull’accordo siglato. Anche a fronte delle preoccupazioni manifestate dai senatori repubblicani Chuck Schumer e Tom Cotton: «Sebbene dica di memorizzare i dati degli utenti americani negli Stati Uniti, ByteDance è comunque tenuta a rispettare le leggi cinesi». L’accusa è, in breve, quella di consentire lo spionaggio governativo. Un problema se si guarda alle dimensioni della società: Byte Dance è presente in 150 paesi e ‘copre’ 75 lingue. Un colosso da monitorare anche in Italia, dove milioni di adolescenti tiktokers realizzano i loro video musicali. Si tratta di un piccolo esercito in crescita: secondo le ultime stime gli utenti italiani superano i 2,5 milioni.
Sulla pericolosità di TikTok occorre far chiarezza e si attende l’esito dell’indagine americana. Al New York Times però Zhu ha ribadito che la sua app «non censura i video che non piacciono alla Cina. E no, non condivide i dati degli utenti con la Cina, né con la sua società madre con sede a Pechino. Tutti i dati sugli utenti TikTok in tutto il mondo sono archiviati in Virginia, negli Stati Uniti, con un server di backup a Singapore».