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Verso una mini-proroga dei bonus Industria 4.0 

Finanza e Pagamenti

20 Luglio 2017

American Express

Commesse di macchinari in forte crescita, vincoli di bilancio pubblico da rispettare. Di fronte al pressing delle aziende, che chiedono una significativa estensione temporale dei benefici dell’iperammortamento per i beni di Industria 4.0, il Mise punta ad una soluzione intermedia. L’ipotesi di lavoro al momento è quella di prolungare di tre mesi i tempi di consegna, arrivando a fine settembre 2018, per ordini comunque “piazzati” entro fine anno. L’obiettivo sarebbe in realtà quello di arrivare fino a dicembre ma su questo target (l’impatto sui conti 2019 di un semestre aggiuntivo è stimato in un centinaio di milioni di euro) c’è al momento lo stop dell’Economia. «Nella prossima legge di bilancio si vedrà – spiega il direttore generale del Mise Stefano Firpo – ma quello che era chiaro fin dall’inizio è che con l’iperammortamento si è scelta la strada di una misura shock, non certo strutturale».
Il mercato tuttavia pare rispondere, con le commesse interne dell’area Federmacchine in crescita del 13% nel primo trimestre e i fornitori di tecnologie, da Bosch a Siemens ad Abb a segnalare un nuovo fermento sul mercato italiano. E lo stesso Firpo si dice fiducioso per uno scatto degli investimenti industriali in Italia nel secondo e terzo trimestre.
L’occasione di confronto è il manufacturing summit di Cernobbio, evento di “lancio” di un programma più vasto e ambizioso, che rende la Lombardia sede permanente del World Manufacturing Forum, finora gestito come evento itinerante.
«La crescita nelle fabbriche – spiega il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia davanti alla platea di manager, imprenditori, rappresentanti istituzionali italiani e non – è la precondizione per combattere disuguaglianza e povertà: è per questo che la questione industriale va posta al centro del dibattito». Un tema centrale dunque per puntare alla crescita, in un percorso di medio-lungo termine che richiede però stabilità e governabilità nel Paese, «perché una campagna elettorale ogni sei mesi non ci aiuta a risolvere le questioni strutturali».
L’idea di creare qui in Lombardia una sorta di Davos della manifattura non è affatto peregrina, considerando non solo la forza della regione in termini relativi in Italia, ma anche il suo ruolo in chiave europea, rappresentando una delle aree più industrializzate dell’intera Unione, uno dei quattro “motori” in grado di realizzare le performance più brillanti dal punto di vista industriale.
«Industria 4.0 – prosegue Boccia – significa attività ad alto valore aggiunto, elevata produttività ed efficienza: per l’Italia una grande opportunità, una sfida in cui siamo però ancora agli inizi». Ripresa dell’export e degli investimenti privati, progresso quest’ultimo non ancora visibile nei numeri Istat ma ben presente nella crescita a doppia cifra degli ordini di macchinari, sono per Boccia la testimonianza concreta di un’industria che ha saputo reagire, e che offre il proprio contributo al miglioramento delle performance complessive del Paese, rendendo per questa via anche più agevole anche la trattativa con Bruxelles avviata dal ministro Padoan.
A partire dal 2018 il summit sarà ospitato in via permanente in Italia, un risultato ottenuto grazie alle sinergie attivate tra Confindustria Lombardia, Politecnico di Milano (ieri “premiato” con un balzo di 13 posizioni nella classifica Qs, che pone l’ateneo al primo posto in Italia) e Regione, i tre organizzatori dell’iniziativa. «Che non sarà solo un evento – ricorda Marco Taisch del Politecnico di Milano – ma un’agenda e un metodo di lavoro da consegnare ai policy maker, un modo per indirizzare le loro scelte». «È quello che ci aspettiamo – spiega Jurgen Tiedje, della direzione Ricerca nella Commissione europea -, un modo per selezionare i temi prioritari ed aiutare la Commissione nello sviluppo della manifattura». «Che resta cruciale – aggiunge il presidente di Confindustria Lombardia Alberto Ribolla – perché generatrice di “buona” economia e fonte di equilibrio sociale ed inclusione. Ecco perché Industria 4.0 per l’Italia va vissuta come una grande opportunità, non una minaccia». «La sfida – aggiunge il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni – è quella di investire in innovazione e ricerca, per creare nuovi posti di lavoro: noi crediamo nell’innovazione come motore di crescita sociale e intendiamo continuare in questa direzione».

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