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Il robot frutta l’intelligenza artificiale per rispondere alle domande dei visitatori “in modo impressionante”, sostengono gli ingegneri che l’hanno progettato. Ma altre sperimentazioni sono state avviate anche in Italia. Alla GAM di Torino, per un mese, è stato un automa a fare da Cicerone tra le opere
È stato inaugurato il 22 febbraio scorso a Dubai, l’imponente Museo del Futuro, un’enorme costruzione a forma di ciambella in acciaio, illuminata da 14mila metri di calligrafia araba, disegnata dall’artista emiratino Bin Lahej. All’interno, il museo sembra un set cinematografico futuristico e ad accogliere i visitatori c’è una guida davvero speciale: Ameca (foto in alto), il robot umanoide più avanzato, secondo gli stessi ingegneri di Engineered Arts, che lo hanno realizzato. Grazie alle telecamere integrate negli occhi, il robot è in grado di elaborare gli input utilizzando TensorFlow, software sviluppato da Google, e ora open source, per l’apprendimento automatico. Ameca riconosce i suoi interlocutori a una distanza di 2 metri identificandone, genere, età e anche le emozioni e può interagire con i visitatori, rispondendo alle loro domande sul museo.
Anche la GAM di Torino ha avuto la sua guida umanoide
Meno sofisticato ma altrettanto sorprendente, il robot- R1 dell’Istituto Italiano Tecnologia in collaborazione con Ericsson, TIM, Comune di Torino e Fondazione Torino Musei, che per un periodo limitato e sperimentale, la scorsa estate, è stato una guida per i visitatori della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Grazie alla rete 5G è stato in grado di dialogare con i visitatori con tempi di risposta molto rapidi.
A cura di OFNetwork